A SPORTELLATE PER COINVOLGERE I GIOVANI. IL RUGBY A RIMINI. UN SOGNO CHE NON E’ PIU’ UN SOGNO

Nel 2002, esattamente 14 anni fa, l’Associazione Sportiva Dilettantistica fondò proprio qui a Rimini la prima squadra di Rugby, sport tanto seguito all’estero ma poco conosciuto dalle nostre parti. A vederlo da fuori sembra basato solo sulla forza fisica ma dietro c’è dell’altro; insegnano prima di ogni cosa a lavorare in squadra perché sul campo è fondamentale poter contare sui compagni insieme ad una buona strategia e velocità . Come ci spiegheranno gli allenatori, è uno sport sì competitivo, però è incentrato sul rispetto reciproco. Nonostante si tratti di una società sportiva giovane, nel corso degli anni si è tolta molte soddisfazioni, conquistando un posto nella serie C. Molti giocatori sono saliti di livello, conquistandosi una convocazione per giocare in Nazionale. La vera sorpresa però è stata la squadra femminile che in soli 3 anni di vita non solo si è affermata nella scena rugbistica nazionale ma ha conquistato perfino il diritto di giocare in Coppa Europa.
ELENA CASAGLIA – Presidente dell’ASD
COSA L’HA SPINTA A CANDIDARSI COME PRESIDENTESSA?
«Quando il presidente uscente, Daniele Mangione, ha annunciato che sarebbe stato il suo ultimo anno come presidente si sono svolte delle votazioni per trovare il sostituto, io ero all’interno del direttivo e alcuni membri hanno proposto la mia candidatura. Facendo parte già di questo mondo dal 2009/2010 per via di mio figlio Leonardo che ha iniziato a giocare nel mini rugby, ho valutato la proposta e infine ho deciso che me la sentivo e volevo tentare. Alla fine sono stata eletta ed eccoci qui. Sono in carica da giugno, il lavoro è tanto e le responsabilità pure, mi occupa molto tempo ed energie ma allo stesso tempo mi dà molte soddisfazioni.”
COS’È PER LEI IL RUGBY?
«È un gioco dove prevale l’unione: si collabora e ci si sostiene per difendere il pallone e cercare di portarlo a meta, avvalendosi a pieno del gioco di squadra quindi sapendo di poter contare al 100% sui compagni in campo. Questo unisce molto i giocatori, persino quelli avversari perché si gioca nel rispetto reciproco. Non è uno sport così violento come si pensa, non è basato solo sulla forza bruta bensì sull’astuzia, tecnica e velocità.»
QUANTE CATEGORIE AVETE?
«La mini Rugby che comprende i bambini dagli 8 ai 12 anni allenata da Giovanni Borsani; poi abbiamo Alipio Minghetti nella under 12 e under 14, Leo Giuseppe e Simone Trivisonne under 16, Leo Giuseppe 18 e Paolo Ferrillo per la femminile.»
QUALI SONO I VOSTRI OBIETTIVI COME ASSOCIAZIONE SPORTIVA?
«Per quanto riguarda la senior puntiamo di arrivare in C1. Credo personale che la squadra abbia le potenzialità per arrivarci anche grazie all’allenatore Giovanni Borsani. Per le altre categorie invece puntiamo a coinvolgere più ragazzi e ragazze possibili. Purtroppo la femminile giocherà rugby a 7, visto lo scarso numero di giocatrici per il momento. Le ragazze che si avvicinano a questo gioco e scelgono di portarlo avanti non sono molte e anche su questo speriamo di aumentare un po’ i numeri andando avanti.»
RISPETTO ALL’ANNO SCORSO COS’È CAMBIATO?
«Noi dal canto nostro abbiamo partecipato a vari eventi come “Extreme” di Radio DJ a Riccione, ad un video promozionale di San Marino e altri eventi che riguardano l’Amarcord, nostro nuovo sponsor, per cercare di far scoprire questo sport ai giovani. La nostra speranza è quella riuscire a vedere già più iscritti prima della fine dell’anno, siamo determinati.»
ALIPIO MINGHETTI – Allenatore under 12
ALIPIO, COM’È SUCCESSO? RACCONTACI COME SEI FINITO AD ALLENARE.
«Mio figlio. L’ho sempre accompagnato alle partite e agli allenamenti finché un giorno non mi hanno chiesto se mi andasse di dare una mano e da lì mi sono ritrovato ad allenare gli under 12. Ognuno qui cerca di dare una mano, addirittura due mamme hanno iniziato a giocare con la femminile»
COME CONSIDERI QUESTO SPORT E QUALI SONO GLI ASPETTI CHE RITIENI MAGGIORMENTE IMPORTANTI?
«Per me è educativo: insegniamo ai bambini a vincere la paura del contatto fisico e del terreno e a lavorare in squadra che tutto in questo gioco. Per me personalmente è uno stile di vita. L’insegnamento che diamo è che alla fine vincere o perdere non è fondamentale, l’importante e non arrendersi mai e rispetto sopra ogni cosa. Noi non vediamo avversari ma altre squadre con cui competere e confrontarci.»
DILETTA NICOLETTI – Pilone nella femminile “Pelle Rossa” Rimini
QUANDO HA INIZIATO A PIACERTI IL RUGBY?
«Nel 2010, da quando alle medie sono arrivati due ragazzi a presentarcelo.»
TI SEI APPASSIONATA DA SUBITO?
«Si, in particolar modo perché mi ha dato modo di prendermi delle rivincite su alcuni compagni maschi che mi prendevano in giro.»
COME TI SEI TROVATA AD ESSERE L’UNICA RAGAZZA IN UNA SQUADRA MASCHILE?
«Benissimo! È sempre stata una sfida personale, perché essendo femmina sono inferiore fisicamente a loro. Hanno sempre contato su di me e io non volevo deluderli, per questo anche se a pezzi, non ho mai smesso di dare il massimo mettendoci il cuore.»
QUAL È STATA LA DIFFERENZA TRA GIOCARE DALLA SQUADRA FEMMINILE A QUELLA MASCHILE?
«In realtà nonostante abbia la mia squadra continuo ad allenarmi con i ragazzi. La differenza secondo me è che la maschile cerca più il contatto fisico perché è il loro punto di forza, la femminile invece cerca il Rugby più studiato, puntando di più sulla velocità.»
DOMANDA DI RITO: DEFINISCI IL RUGBY PER TE..
«Per me è vita. Quando sono sul campo mi sento viva, leggera, la mente più libera come se esistesse solo quello per me. Nonostante i pensieri e i problemi che si possono avere, quando si è lì si pensa solo al gioco, eliminando tutto il resto.»
IL VOSTRO OBIETTIVO?
«Siamo nate come Rugby 7 per mancanza di giocatrici e puntiamo a giocare in 15, per cui cerchiamo di coinvolgere altre ragazze.»