Antichi sapori di benessere

Una buona cucina per essere veramente salutare e leggera dovrebbe utilizzare alimenti che mantengono tre importanti caratteristiche: la naturalezza, l’integrità e l’integralità.

I prodotto che arrivano sulle nostre tavole per conservare tutta la loro essenza vitale dovrebbero essere raccolti e mangiati il prima possibile proprio per mantenere le loro proprietà benefiche. Naturalezza ed integrità significano proprio questo: fare in modo che le materie prime siano coltivate nel totale rispetto delle piante e della salute dell’uomo e preoccuparsi che arrivino integre nei nostri piatti, senza troppi viaggi e soste in imballaggi di plastica. Anche l’integralità risulta fondamentale per un buon funzionamento dell’organismo, sono da privilegiare infatti i cereali in chicco integrali cioè privi di una dannosa raffinazione che elimina la maggior parte del nutrimento.
In questo i popoli antichi erano degli eccellenti maestri, nell’antica Roma il cereale più usato era il farro che è tutt’oggi una buona fonte di proteine, ferro e fibre.
La sua proprietà principale, però, risiede nel contenuto di selenio e di acido fitico che contrastano l’azione dei radicali liberi, i maggiori responsabili dell’invecchiamento e di tutte le forme di degenerazione cellulare.
Molti antichi bassorilievi descrivono tutto il processo di lavorazione del farro ed alcuni libri di cucina appartenenti al I sec d.C. ci tramandano semplici ricette da sperimentare a casa per riscoprire i sapori del passato.
“Zuppa dei gladiatori”
I N G R E DI E N T I per 1 persona
-100 gr farro
-rosmarino
-aglio
-sale, pepe
-olio evo
P RE P A RA Z I O N E
Far ammorbidire il farro a bagno nell’acqua per pochi minuti. Rosolare in una padella 2-3 spicchi d’aglio con dell’olio d’oliva, aggiungervi poi il farro e far tostare bene. Togliere l’aglio dalla padella, unire rosmarino, sale, pepe e naturalmente dell’acqua necessaria a rendere la consistenza di zuppa. Il farro va cotto pochissimo e servito fumante ,in ciotole, irrorato con olio d’oliva.
“Zuppa di farro e fave”
I N G R E DI E N T I per 1 persona
-100 gr di farro
-sedano,carota,cipolla
-100 gr di fave fresche
-olio
-1 porro
-sale grosso integrale
P RE P A RA Z I O N E
Preparare mezzo litro di brodo vegetale con una carota, una costa di sedano, mezza cipolla ed un cucchiaino di sale grosso integrale. Tagliare a rondelle sottili il porro e farlo soffriggere nell’olio. Aggiungere il farro e le fave sgusciate al soffritto e lasciar rosolare qualche minuto a fiamma dolce. Aggiungere il brodo, coprire e lasciar cuocere per 20 minuti. Per una consistenza più cremosa frullare con un minipimer e mescolare sul fuoco fino ad ottenere la densità favorita.
Datteri ripieni:
“Snocciola i datteri e farciscili con noci o pinoli tritati. Friggili e poi servili con del miele.”
Pane dolce:
“Spezza del pane di farro a cui sia stata grattata via la crosta e fanne pezzi più grandi di un boccone. Bagnalinellatteefriggilinell’olio, coprili con miele e servi.”
Anche il miele era considerato un alimento sacro e ne facevano un largo uso in cucina soprattutto per preparare dei dolci da assaporare durante le cerimonie in onore agli Dei. E’ un alimento energetico che vanta numerosi benefici per le sue vitamine, i suoi enzimi e gli oligominerali che lo rendono prezioso in casi di anemia. Utile anche nelle malattie da raffreddamento sia in inverno che d’estate. Importante ricordare che il miele ad alte temperature diventa tossico e quindi ricordarsi di aggiungerlo alle pietanze quando si sono raffreddate. Se lo utilizzate nelle tisane calde, aggiungerlo solo poco prima di bere.
Direttamente dal libro di cucina del gastronomo Apicio , il “De re coquinaria” , ecco alcune ricette di dolci dell’antica Roma.