ARTE ED ETERNA METAMORFOSI. LA RICERCA ARTISTICA DI LORETTA MILITANO

Nella giornata di oggi ho incontrato una vera e propria cultrice del bello, Loretta Militano, una donna appassionata di tutto ciò che riguarda il mondo artistico, musicale e culturale, a partire dall’arte nelle sue diverse forme, la scultura, il restauro, l’incisione, l’illustrazione, ma anche musica e scenografia, come la fascinazione per la cultura antica e la mitologia greca, che costituiscono per lei un ampio spunto per i propri progetti.
Nata a Napoli nel 1980, Loretta a partire dalla sua infanzia si avvicina al mondo dell’arte grazie alla mamma, che abitualmente la portava fin da piccolissima a visitare musei e città d’arte, ma anche al papà, che le trasmise la passione per la cultura antica, i miti, le creature fantastiche, i grandi classici come l’Iliade e l’Odissea di Omero o le Metamorfosi di Ovidio, che saranno poi spesso ripresi in schizzi, progetti grafici e illustrazioni, in una miscela di realistico e trascendentale.
Ci racconta inoltre che all’interno della famiglia c’era poi una parente che creava con grande talento falsi d’autore, delle copie artistiche di grande tecnica e precisione.
La famiglia dunque le trasmise molto per questo suo percorso, fino a quando poi Loretta si trasferì in Romagna per frequentare il liceo artistico di Rimini, conseguire il diploma in Architettura e specializzarsi poi nella scultura nell’Accademia di Belle Arti di Urbino, frequentando anche corsi in materia di restauro, incisione, scultura fino alla lavorazione della ceramica, che apprese nel laboratorio del ceramista Giovanni Urbinati, in cui lavorò per un anno e mezzo e grazie a cui si sviluppò la sua passione per la scultura attraverso la ceramica.
Con la ceramica realizzò anche bigiotteria e gioielli, creando con l’amica Luisa Scrinzi una sua linea denominata “In Gres”, ma anche semplice oggettistica come piatti, vasi, ciotole, utilizzando la tecnica “raku”. Questa permette di creare effetti particolari sulla ceramica e viene da lei usata in alternativa all’argilla anche per realizzare maschere, volti e figurine di animali.
Un’altra influenza importante per la sua artisticità è la frequente collaborazione con musicisti, poiché anche il campo della musica può essere un’importante fonte di idee, spunti, stimoli, visioni più ampie e più astratte, crea una sorta di connessione, oltre ad essere anche un campo che le offre spesso lavoro, come nella produzione di scenografie e accessori utilizzati per i concerti, o le copertine degli stessi.
Definisce il suo stile dinamico, caotico, senza un iter preciso che presupponga per forza di pianificare e organizzare, accettare compromessi, seguire delle linee prestabilite.
Le piace lavorare per stimoli, procedere per tentativi, lasciando e riprendendo in mano un’opera nel momento giusto. Le piace avere un contatto diretto con la materia, con la terra, sporcarsi le mani, definire le sue opere nei suoi tempi, senza troppi progetti e una precisa calendarizzazione. Il mondo dell’arte è un campo particolare, che può portare a livello lavorativo e sociale grandi difficoltà, soprattutto quando segui un’anima che vuole essere indipendente e si vuole esprimere senza limitazioni o confini imposti, che vengono sentiti come vere e proprie catene. Loretta vuole seguire se stessa, il suo istinto, senza forzare gli incastri nell’accettare compromessi ma ricercandoli nelle persone e nelle occasioni giuste. Nella collaborazione con i musicisti trova più facilità di espressione e connessione, una comunicazione più semplice e diretta poiché la loro filosofia a livello espressivo e artistico solitamente rientra maggiormente nelle sue corde e il lavoro con loro consiste nell’operare sulle parole dei brani e il loro significato, estrapolare dalle parole delle immagini, utilizzarle per creare cose materiali.
Trova molto curioso e affascinante il tema delle metamorfosi, espresso emblematicamente nell’omonima opera di Ovidio, di cui conobbe le favole fin da piccola, in quanto secondo lei tutti gli esseri umani sono in continua metamorfosi. Riflettendo su questo tema, su questa nostra continua evoluzione giorno dopo giorno, la domanda focale che si pone è “la nostra metamorfosi che ci rende diversi tutti i giorni è in funzione di tendere verso la persona che vorremmo essere o di adattarci a delle circostanze di sopravvivenza? Quindi, rappresenta un semplice e passivo adattamento alla vita o invece rappresenta la voglia di attivarsi per migliorare se stessi ogni giorno sempre di più?
In relazione a questo tema nelle sue opere appaiono spesso figure antropomorfe, in molti casi con la testa di cane, che riprendono il mito del Licaone, in cui si racconta di un uomo che a causa della sua aggressività viene trasformato in cane.
Ciò che secondo la sua visione caratterizza tutte le storie di Ovidio e ne costituisce il filo conduttore è il fatto che in ognuna di essere la metamorfosi avviene sempre in collegamento o alla vicenda o ad aspetti del personaggio e questa continua metamorfosi è presente allo stesso modo nel suo lavoro, con la stessa ambivalenza nel riferirsi a Loretta stessa o al suo operato.
Questo tema del cambiamento lo sente molto come proprio, ma aldilà delle Metamorfosi di Ovidio è molto ispirata anche da altri autori come Kafka e più in generale dagli autori greci antichi da cui ricava continuamente innumerevoli tematiche che si connettono molto bene tra loro e le aprono una visuale che va aldilà del figurativo per realizzare opere anche al confine con l’astratto.
La materia rimane la stessa ma cambia la forma poiché anche l’arte stessa subisce un processo di trasformazione, passa da diverse fasi come da una forma informe a una definita e viceversa. Definisce l’arte come “un’interconnessione tra quello che sei tu e quello che percepisci dall’esterno, quello che desideri; è l’operazione di trasformare una materia, una forma, un disegno, un colore, un movimento di linee che magari poi confluiscono in una forma ben definita o viceversa in una forma astratta, accompagnando così sempre il tema della metamorfosi.”
E’ un lavoro di stacco dalla figura, da un concetto di arte di tipo figurativo e più realistico per andare invece incontro all’opposto, è un lavoro di liberazione dagli schemi accompagnato da un attento gioco di colori. Tra gli altri autori e artisti da cui si sente ispirata per il suo lavoro cita Goya e Javier Marin, un artista messicano che realizza volti e corpi in stile neobarocco di dimensioni gigantesche. Nell’ultimo suo lavoro infatti ha realizzato delle sculture di teste con all’interno degli apparecchi musicali, chiamate “teste sonore”, in una forma ibrida tra le fattezze realistiche di un volto ed elementi che provengono dal mondo di oggi, un’opera d’arte che mostra perfettamente la citazione al dadaismo nell’assemblaggio di elementi non consueti e non collegati propriamente tra loro, il tutto chiuso in teche come si usava fare nei musei del passato.
Dice di se stessa:
“Io mi sto cercando nel lavoro.” C’è sempre un percorso da fare per identificare se stessi soprattutto quando bisogna anche trovare un proprio stile, una propria forma distintiva, la propria strada a livello artistico. “Mi cerco in continuazione, non mi sono ancora trovata, ci sono tanti aspetti in cui mi ritrovo e in realtà questo vivere contemporaneamente in più mondi mi piace, mi piace che Loretta sia spezzettata in tanti ambiti.”