C’ERA UNA VOLTA…C’È ANCORA la Colonia Bolognese

 C’ERA UNA VOLTA…C’È ANCORA la Colonia Bolognese

I protagonisti di questa storia: la Colonia Bolognese l’Associazione di Promozione Sociale Il Palloncino Rosso il suo presidente Luca Zamagni.

Cattedrali nel deserto, le chiamano. Sono le colonie marine, nate alla fine dell’Ottocento, sviluppate nel Ventennio fascista, cresciute durante il boom economico e lasciate sole dagli anni ‘70 in poi. Percorrendo il lungomare di Rimini in direzione Riccione, a un certo punto, sulla sinistra, si viene investiti da un edificio abbandonato ma ben messo, di un bel color mattone. Potrebbe sembrare un vecchio ospedale (e infatti la struttura è proprio quella: quattro padiglioni perpendicolari alla spiaggia intervallati da tre corpi più piccoli e un corridoio lungo 169 metri che unisce tutto il grande corpo), e invece no. È lei la colonia del Fascio Bolognese, nota semplicemente come Colonia Bolognese per la provenienza dei bambini che ospitava, costruita tra il 1931 e il 1932 su progetto dell’ingegner Il debrando Tamarroni.

Il fenomeno delle colonie marine prende piede nell’Ottocento, ma è nel Ventennio fascista che queste grandi strutture vivono il momento di massima prosperità grazie al turismo di massa dedicato ai ragazzi e ai bambini. Le colonie della Riviera Romagnola, in particolar modo, fecero scoprire il mare a intere generazioni di italiani, e rappresentano oggi la pietra miliare dello sviluppo turistico delle località Romagnole.

Lungo i 70 km della costa adriatica ci sono circa 246 colonie, e oggi i 2/3 di queste strutture sono abbandonate e lasciate al degrado.

Pronto? Ciao Luca, sono Gloria!

<<Ciao Gloria, buongiorno!>>

Luca parto subito con qualche domanda. Chi è il Palloncino Rosso? Cosa fa? Cosa c’entra con la Colonia Bolognese?

<<Il Palloncino Rosso è un’Associazione di Promozione Sociale, nasce nel 2015 e si occupa di innovazione sociale e rigenerazione urbana partecipata, promuove eventi e proposte culturali finalizzate ad una riflessione sulla riappropriazione dei beni comuni nel territorio riminese. Con la Colonia Bolognese c’entra proprio per questo motivo. Nel 2018 la Curatela Fallimentare CMV, ci ha concesso una porzione della Colonia per svolgere attività ed iniziative finalizzate a prevenire fenomeni di degrado e microcriminalità, favorendo la partecipazione della cittadinanza. È nata così Riutilizzasi Colonia Bolgnese.
Dal 24 giugno al 31 ottobre 2018 la Colonia ha riaperto i battenti e ha fatto da sfondo per una serie di eventi culturali.>>

E com’è andata?
<<Oltre ogni aspettativa, è stata una stagione INCREDIBILE! Come puoi immaginare noi siamo tutti volontari, eppure con la forza della passione civica siamo riusciti a coinvolgere tantissime persone. Il progetto è piaciuto, gli eventi hanno richiamato centinaia di persone. Era tanti anni che le porte della Colonia non venivano aperte, vedere i cittadini curiosi e attivi all’interno di un luogo evocativo e in una zona problematica per quanto riguarda il degrado e la microcriminalità, è stata una grande soddisfazione. Bike tour, cinema all’aperto, concerti, teatro, eventi sportivi, shooting fotografici… È stato meglio di quello che avevamo previsto!>>

Il progetto “Storie di Colonia” cos’è e come nasce invece?
<<Il progetto “Storie di Colonia”, che si può trovare come gruppo anche su Facebook, è nato in correlazione con la volontà di approfondire la storia di questo luogo, per restituirlo alla vita e restituirgli una dignità. Il nostro obiettivo non consiste nella semplice organizzazione di eventi, ci interessa stimolare la partecipazione e anche “Storie di Colonia” va in questa direzione. I nostri storyteller, i bravissimi Pola Russo, Luca Villa e Ilaria Ruggeri, sono andati alla ricerca dei “bambini della colonia” che ovviamente non sono più tanto bambini, ma che i ricordi li hanno vividi. Hanno cominciato a raccoglierli, questi ricordi, a creare una memoria storica. Stiamo collaborando con il Corso di Laurea Magistrale in Design dell’Universita degli Studi della Repubblica di San Marino per costruire un vero e proprio docufilm che, fra le altre cose, documenterà l’incontro tra gli ex bambini e i bambini di oggi, gli alunni dell’Istituto comprensivo di Miramare. I ragazzi delle classi elementari e delle classi medie sono da tempo impegnati in un percorso di approfondimento della storia e delle vicende delle colonie marine. Due generazioni che si incrociano, i bambini di oggi che incontrano quelli di una volta, che ascoltano vecchie storie di quando il mare ancora non si conosceva. Quei bambini che il mare lo vedevano per la prima volta, cosa oggi impensabile.>>

Che attenzione c’è da parte del Comune riguardo questo vostro progetto e in generale verso il riutilizzo dei beni comuni?
<<L’anno scorso abbiamo avuto il patrocinio del Comune di Rimini, il Sindaco è venuto ad inaugurare la stagione della Colonia e gli Assessori alla Sicurezza e all’Urbanistica a chiuderla, un segnale di vicinanza che abbiamo apprezzato. Pur essendo la Colonia un bene privato, la sua natura di bene comune, perché in fondo appartiene alla storia del nostro territorio, è percepita sia dai cittadini che dall’amministrazione. il Comune ha appoggiato fin dall’inizio il progetto. Andrea Gnassi durante la conferenza stampa di presentazione, riferendosi alla Colonia e più in generale ai beni dismessi, ha usato la parola restituzione allu- dendo alla riappropriazione da parte della comunità locale dei beni comuni.>>

Luca, dicono che le mura assorbano le energie, gli stati d’animo. Sei d’accordo?
<<Assolutamente sì, la Colonia è impregnata di energie. Ti dico la verità, la zona che noi abbiamo in concessione è l’ex refettorio, dunque il luogo dove i bambini mangiavano, condividevano i pasti. Si percepisce che era un luogo di condivisione, l’energia si sente.>>


Progetti per questo 2019?

<<Tanti. La stagione alla Colonia ripartirà presto, speriamo ricca di entusiasmo e di persone curiose come la scorsa. Da maggio a ottobre sono in programma concerti, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, attività sportive e giochi per bambini e adulti. Il programma sarà reso noto preso sul nostro sito internet www.ilpalloncinorosso.it e sul profilo Facebook della nostra associazione, che invito a seguire.>>

Saluto Luca e ripenso a quando appoggiai per la prima volta gli occhi su di lei. All’epoca mi ero chiesta cosa fosse, lo avevo chiesto a qualcuno senza ottenere molte informazioni. Durante questi anni l’ho sempre sbirciata da lontano, mi sono lasciata inquietare da finestre che sembravano occhi, dagli stanzoni grandi e vuoti che mi fermavo a immaginare, dal silenzio che le sentivo attorno. Poi l’estate scorsa sono riuscita a guardarla da più vicino, ci ho camminato dentro, ho toccato lo scheletro. Sarà stato per la musica suggestiva, per le luci rosse che la illuminavano dal basso, per le stanzone vuote, per la dimensione, ma a me è sembrato che la Colonia fosse viva e che ci controllasse dall’alto. Il corridoio lungo 169 metri poi l’ho solo intravisto. Tornerò a parlarci tra qualche mese, quanto ripartiranno le attività. Chissà che nel frattempo non si sia abituata a noi piccoli esseri umani, o noi a lei.

Gloria Perosin

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