CHIESA DELLA MADONNA DELLA SCALA

Sulla via omonima che procede a fianco della sponda di sinistra del porto canale, nelle adiacenze di porta Gervasona (1), è ubicata una chiesetta costruita nel 1610, contenente un’immagine della Santissima Madre di Gesù, ritenuta miracolosa. Ma procediamo con ordine. Ci testimonia Carlo Tonini (2) attingendo dal Clementini (3) nel Trattato de’ Luoghi Pii: “Alla fabbrica della terza Chiesa (così egli intendendo la Chiesa della Mad. Della Scala) porse occasione l’effige della Madre di Dio, dipinta alli due di Giugno 1608 da Alessandro Codrini riminese in un muro, lungo il fiume Marecchia, alla riva quasi del mare dentro, in fine del Borgo e Parrocchia di S. Giuliano, sotto la Scata d’un Torrione, nel quale agli ultimi tempi de’ Malatesti stava confitta la catena per chiuder il porto; che perciò ritiene la novella Chiesa il nome della Madonna della Scala”. (4)
Ora, in seguito ad una piena del Marecchia, nell’occasione definito “furibondo” dallo storico riminese Raffaele Adimari (5) nel suo “Sito Riminese”, avvenne che un giovane a cavallo ne fu travolto. Cadendo, il suo sguardo finì sull’immagine sacra alla quale (parole sia dell’Adimari che del Clementini) “chiese di puro cuore per lo corpo ajuto e per l’anima salute e subito dal volere di Dio insieme col cavallo venne alla ripa di rimpetto et appunto ai piedi della divina figura trasportato….”.
L’evento, ritenuto miracoloso, convogliò la venerazione e la devozione dei borghigiani su quella immagine e fu costruita una prima cappella (benedetta il 10 Luglio 1610) su iniziativa di Giovanni Anzi (Giovanni Zangi secondo l’Adimari ed il Clementini) “pescatore e patron di barca” che contribuì con laute “limosine” e di padre Gregorio, allora abate di San Giuliano. Tutta la marineria e pure i poveri abitanti del Borgo hanno partecipato alla raccolta dei fondi.
L’8 Ottobre 1610 (come in “ La scala del pesce e quella di Giacobbe” articolo di Letizia Rossi su “Il Ponte” del 25 settembre 2010) o secondo altre fonti l’anno 1611 dopo specifica autorizzazione comunale, l’affresco fu distaccato dal sito originario e posizionato sull’altare della cappella. Ma immediatamente su iniziativa popolare se ne richiese l’ampliamento. Nel 1718, come risulta dall’adunanza consigliare del 14 Febbraio (C. Tonini – Storia Civile e Sacra Riminese – vol. VI, pag.608), a seguito di ripetute ed imponenti fiumane, furono effettuati ulteriori lavori di rafforzamento ed ingrandimento della chiesa.
Con l’invasione napoleonica, nel 1797 fu soppressa seguendo la sorte di tante altre chiese ed ordini religiosi. Successivamente acquistata dai conti Martinelli, l’edificio rimase aperto al culto. Nel 1914 fu affidata al circolo cattolico riminese “Ludovico Contesi” che, per divulgare al di fuori della città la devozione per la Madonna della Scala, fondò “La stella di mare”, un piccolo bollettino che rimase in vita una cinquantina di anni. Su di esso venivano elencate tutte le attività svolte dal circolo. Nel 1923 la contessa Chiara Boleri Martinelli, ultima erede della famiglia, lasciò la chiesa alla “Pia Unione” formata da un gruppo di giovani della parrocchia di San Giuliano.
Nel 1925 fu allungata la navata e nel 1927 fu costruito il campanile contenente cinque campane, venne installato l’organo e posizionate la balaustre di marmo. Nel 1935 il santarcangiolese Francesco Brici (6) arricchì l’abside con l’affresco intitolato “Il sogno di Giacobbe” e nello stesso anno la sacra immagine fu decorata con un diadema nella chiesa riminese dei Servi. Il 22 Luglio 1931 la chiesa fu elevata a “Rettoria” da papa Pio XI. Il primo rettore fu mons. Gustavo Soci. Seguirono don Oreste Benzi, don Sisto Ceccarini, mons. Alfredo Castiglioni ed il can. Giuseppe Bonini.
I bombardamenti su Rimini del secondo conflitto mondiale non risparmiarono il sacro edificio. Furono distrutti il campanile, il tetto, l’organo, i muri perimetrali, i pavimenti, gli arredi e le decorazioni. Si salvò invece l’immagine miracolosa della Vergine perchè era stata trasferita a Montetauro. Nella ricostruzione del secondo dopoguerra, l’immagine della Madonna vi fu riposizionata e Luigi Arzuffi (7) ridisegnò nel 1963 “Il sogno di Giacobbe” che ci mostra un Patriarca addormentato a sinistra di una scala che dalla terra sale al cielo ed una doppia fila di Angeli che salgono e scendono (Genesi 28,12).
L’ARCHITETTURA della chiesetta si mostra nella sua piacevole armonia sia interna che esterna. La facciata contiene quattro lesene su cui poggia un elegante timpano triangolare sul cui vertice è posizionata una statua della Beata Vergine un tempo situata sulla sommità del campanile. Sopra il semplice portale è situata una lunetta nella quale sono raffigurate sotto un cielo dorato una stella a otto punte, simbolo mariano, la sponda destra del porto con il faro, un albero ed una barca che rientra su un mare mosso. All’interno la navata, illuminata da strette finestre laterali, è chiusa da un soffitto cilindrico. L’abside ospita una piccola ancona dorata contenente l’affresco miracoloso raffigurante San Giuseppe (secondo altra interpretazione potrebbe essere San Nicola, protettore dei marinai), il Bambino Gesù e la sua Santissima Madre ed è circondata da “Il sogno di Giacobbe” dell’Arzuffi, sopra descritto. Dalla volta dell’abside, una lucerna ottagonale fornisce luce al presbiterio. Una cantoria ed un organo completano l’arredamento dell’edificio sacro.
NOTE:
(1) Porta Gervasona (o Portello) fu edificata nel 1733, al posto di un torrione, nella cinta muraria eretta dai Malatesta nel XV secolo a difesa del Borgo San Giuliano.
(2) Carlo Tonini (Rimini 21 agosto 1835 – 12 dicembre 1907) di Luigi. Gli successe nella direzione della Gambalunghiana dal 1874 fino alla sua morte. È l’autore del VI volume e di un compendio della “Storia Civile e Sacra riminese” scritta dal padre.
(3) Cesare Clementini (Rimini, 1561 – 1624) di Niccolò, fu il primo storico riminese. Eletto consigliere comunale nel 1582. Ricoprì numerose cariche tra cui quella di capoconsole. Nel 1592 fu insignito del titolo di “Cavaliere dell’ordine di S. Stefano”. È l’autore, tra l’altro, del “ Raccolto istorico della fondatione di Rimino e dell’origine e vite de’ Malatesti” (dato alle stampe nel 1617) e del “Trattato de’ luoghi pii, e de’ magistrati di Rimino”.
(4) Le mura malatestiane esistenti lungo via Madonna della Scala, furono fatte costruire nel 1359 per volontà di Pandolfo I Malatesta tra porta S. Giuliano e porta Gervasona. Sono giunte ai giorni nostri le bombardiere originali, tracce dei camminamenti di ronda e le alte torri a base poligonale.
(5) Raffaele Adimari (Rimini, seconda metà del XVI secolo ). Fu uno storico e scrittore. Il suo “Sito Riminese”, scritto rielaborando pagine “sparse” lasciate dallo zio (e non prozio come talvolta si legge) Adimario, parroco di S: Agnese, morto il 23 Agosto 1565 (Dizionario biografico degli italiani – vol.I). Edito postumo a Brescia nel 1616, fu la prima pubblicazione storica di Rimini.
(6) Francesco Brici (Santarcangelo di Rom., 1870 – Forlì, 1950). pittore e decoratore. Ha studiato alla Scuola d’arte di Urbino. Specializzatosi nel ritratto, ad esso si dedicò prevalentemente assieme ad opere di agromento sacro.
Diverse sono le opere che ha lasciato a Rimini (ove è stato molto attivo) ubicate sia presso il museo della nostra città che in varie chiese oltre a quella della Madonna della Scala (San Gaudenzo, S. Giovanni Battista, Santa Rita, San Giuliano, al Marvelli ed al vecchio seminario, ad esempio).
Nel 1926 fu impegnato in lavori anche alla “Cappella dei Caduti” nel Tempio malatestiano. Operò anche a Bologna ed a Roma, per poi trasferirsi all’estero per continuare l’attività di ritrattista che maggiormente preferiva.
Nel 1949 ritornò a Rimini ove morì l’anno successivo.
(7) Luigi Arzuffi (Bergamo, 2 Agosto 1931 – Bergamo, 12 Febbraio 1995). Diplomatosi all’Accademia Carrara di Bergamo diretta da Achille, si dedica soprattutto ad opere in “affresco” in edifici religiosi.
Successi vamente si è dedicato anche alla pittura “da cavalletto”, alla scultura ed al restauro.