CHIESA DI SANTA MARIA ANNUNZIATA (della Colonnella)

Verso la fine del XIV secolo, percorrendo la via consolare Flaminia, dopo avere superato la chiesa di San Giovanni Battista e la vicina abbazia di San Gaudenzo, poco prima del primo cippo miliare tutt’ora esistente, si giungeva ad una edicola sacra contenente un affresco raffigurante la Beata Vergine reggente in braccio un Bimbo con entrambe le mani. L’immagine era conosciuta come Santa Maria degli Angeli, ma per il fatto che fu eretta su una piccola colonna, il popolo la chiamò Santa Maria della Colonnella, nome sopravvissuto fino ai giorni nostri.
La via Flaminia era molto frequentata anche dai pellegrini che se ne servivano per recarsi a Roma e, dal XV secolo, anche a Loreto. Nel luogo in cui era ubicata la cappella, essendo all’epoca aperta campagna, frequenti erano gli episodi di rapine con ferimenti ed omicidi, nonostante l’attenta e severa sorveglianza dei veneziani allora governatori. Luigi Contarini ne era podestà e rettore. Rimini fu da loro acquistata (per 5.500 ducati più altri 2.900 per gli armamenti) da Pandolfo IV Malatesta detto Pandolfaccio, (Ri- mini, 5 Luglio 1475, – Roma, inver- no 1538-39 [*]), ultimo signore della città, figlio di Roberto il magnifico e nipote di Sigismondo Pandolfo) e la tennero dal 1503 al 14 Maggio 1509, data in cui il loro esercito agli ordini dei cugini Niccolò Orsini (Pitigliano, 1442 – Lonigo, Gennaio 1510) e Bartolomeo d’Alviano (Todi, 1455? – Ghedi, 7 Ottobre 1515) fu sconfitto dalle forze della Lega di Cambrai guidate da Luigi XII nella battaglia di Agnadello, detta anche della Ghiaradadda. Ma ritorniamo all’anno1506, a quando un pellegrino di cui non ci è giunto il nome, forse lombardo, in viaggio verso Loreto, visse una brutta avventura della quale si conoscono due antiche versioni: la prima del 1616 e per questo sicuramente più attendibile, è narrata dallo storico e scrittore riminese Cesare Clementini (1561 – 1624); la seconda del 1682, ci è trasmessa da fra’ Girolamo Serra, terziario francescano e primo priore della chiesa. Eccone il sunto.
Transitando davanti all’immagine della Madonna, il citato pellegrino si accorse di un uomo agonizzante al quale prestò immediato soccorso. Ma fu accusato del suo omicidio ed imprigionato senza riuscire a discolparsi. Anzi, dopo essere stato torturato si autoaccusò del delitto e la condanna a morte fu inevitabile. Mentre veniva accompagnato al patibolo per essere impiccato sul medesimo luogo in cui era avvenuto il fatto, giunto davanti alla cappella si inginocchiò per pregare la Beata Vergine e subito cadde in un sonno profondo come in trance. Quando le guardie ed il boia provarono ad alzarlo, non riuscirono a spostarlo tanto era divenuto pesante. Il governatore e le autorità della città vennero subito informate dell’accaduto e della conseguente impossibilità di eseguire la condanna.
Risvegliastosi, l’uomo ringraziò la Madonna e raccontò di essergli apparsa nel sonno assicurandogli la sua protezione. Subito si gridò al miracolo ed all’uomo, riconosciuto innocente, fu donato del denaro affinchè potesse riprendere il suo pellegrinaggio verso Loreto. Particolarmente uno, tra gli altri accadimenti miracolosi susseguitisi, fece sì che la fama della sacra immagine aumentò sia nel riminese che nelle zone limitrofe.
Era il 5 Maggio 1506 quando una ragazza di nome Ginevra Barbieri, giunta in fin di vita a seguito di una grave pleurite, si rivolse alla Madre di Gesù per chiedere la grazia della guarigione. Immediatamente dopo avere ricevuto l’apparizione della Vergine della Colonnella, Ginevra si alzò dal letto completamente risanata. L’11 Maggio successivo le autorità civiche ebbero un incontro pubblico in cui fu presa la decisione di erigere con fondi comunali ed offerte di privati cittadini una grande chiesa in onore della Madonna con annesso monastero, il cui progetto fu approvato da papa Giulio II con una bolla speciale il 18 Agosto dello stesso anno. Il comune si riservò il giuspatronato anche perchè l’edificio sacro, al fine di dirimere le accese discussioni sorte circa il luogo di costruzione, fu fatto edificare SULLA via Flaminia interrompendone il tratto rettilineo con una curva tuttora esistente.
Agli Eremiti di San Girolamo (congregazione fondata a Fiesole nel 1405 dal beato Carlo da Montegranelli ed approvata da papa Innocenzo VII nello stesso anno) fu affidata per primi la chiesa già dal 1506. La concessione datata 9 Novembre 1515, fu ratificata dai Girolamini il 13 Dicembre successivo e la concessione a titolo di priorato avvenne nel 1517. L’approvazione definitiva fu concessa con bolla di papa Leone X del 3 Febbraio 1518 indirizzata al Consiglio ed al Comune di Rimini.
I padri francescani la tennero fino alla loro soppressione effettuata da papa Clemente IX il 6 Settembre 1668.
Il 30 Settembre 1675 papa Clemente X la elevò al rango di abbazia “indipendente” dalla diocesi di appartenenza. In data 12 Ottobre 1678 agli Eremitani girolamini subentrarono i frati del Terzo Ordine Francescano (già presenti dal 1676) ed il 16 Ottobre1680 furono concessi agli stessi la chiesa ed il convento. Ma è solo dal 13 Maggio 1682 che poterono goderne definitivamente, dotati come furono dei mezzi economici necessari. La ressero fino alle soppressioni napoleoniche del Luglio 1797. A partire dal 27 Giugno 1816 la chiesa fu concessa ai frati Cappuccini che ne presero possesso nel 1817 con nove frati. Il comune ne mantenne sempre il giuspatronato.
Nel 1859 le truppe piemontesi fecero della Colonnella il loro quartiere generale ed i frati furono costretti a trasferirsi a Cesena, Santarcangelo di Romagna e presso una vicina casetta di proprietà di suor Maria Molari. Si giunge così al 1866, anno della soppressione degli ordini e congregazio- ni religiose effettuata dal neonato Regno d’Italia (regio decreto n. 3036 del 7 Luglio e legge n. 3848 del 15 Agosto 1867). In seguito al conseguente sequestro, il 3 Dicembre 1866 il comune rientrò in possesso degli edifici ed i Padri vi restarono in affitto almeno fino al 1874, quando furono trasferiti all’oratorio di Santo Spirito iniziato a costruire nel 1867, situato ancora oggi all’inizio dell’attuale via Della Fiera. Dal 1874 la chiesa della Colonnella fu dotata del titolo di “Vicariato della Cattedrale riminese” ed ufficiata da un sacerdote-custode.
Il complesso subì ingentissimi danni a seguito dei terremoti del 14 Apri- le 1672 (giovedì santo – magnitudo 5.6), quello della notte di Natale del 1786 e soprattutto quelli del 17 Mag- gio 1916 (magnitudo 5.9) e 16 Agosto (magnitudo 6.1).
Anche il passaggio della linea gotica ha lasciato i suoi pesanti segni sia nelle strutture che nelle opere d’arte, tanto che nel 1950 si era pensato ad un abbattimento totale. Purtroppo anche a seguito delle razzie napoleoniche e la distruzione del convento, oggi quasi nulla è rimasto degli oggetti che ne costituivano l’arredo. Ciò nonostante vi si possono ammirare varie opere d’arte oltre naturalmente all’immagine miracolosa posizionata dietro l’altare maggiore. Più precisamente:
– una bellissima “Deposizione” firmata in basso a sinistra da Giacomo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia 1548/1550 – 14 Ottobre 1628), allievo del Tiziano. Quest’opera è presente nella chiesa solamente dal 1817, proveniente dalla chiesa di S. Giovanni Battista (dove due frati si erano trasferiti in seguito alla soppressione napoleonica) grazie all’astuzia del canonico Solieri; -una”Ultima cena” del Mastelletta, al secolo Giovanni Andrea Donducci (Bologna, 14 Febbraio 1575 – 25 Aprile 1655), allievo dei Carracci. L’opera databile 1620 – 1630, oggi è depositata presso il museo comunale riminese;
– un bellissimo crocifisso ligneo policromo di scuola sud tirolese (Val Gardena?) del primo quarto del XVI secolo (1510 – 1530) dotato di grande espressività;
– una statua di cartapesta rappresentante S.Anna con Maria Santissima ancora bambina, opera del primo ‘700;
– notevoli sono le sene in cotto del 1510, capolavoro del ravennate Bernardino Gueritti, che probabilmente fu pure l’architetto della chiesa;
– notevole è anche il battistero composto da una fonte battesimale e da un bassorilievo bronzei datati 1962 dello scultore Elio Morri (Rimini, 3 Maggio 1913 – 14 Gennaio 1992) re- canti scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Questa opera d’arte è stata definita dallo storico dell’arte Pier Giorgio Pasini a pagina 23 della sua guida breve “uno dei pochi capolavori moderni d’arte sacra nella diocesi”. Nel 1956 don Guido Fausto Zannoni fu nominato rettore della chiesa che il 1° Novembre 1961 ricevette il rango di “parrocchia” con dedicazione a Santa Maria Annunziata. Egli ne fu il primo parroco.
Ancora oggi, unica nella diocesi, la chiesa è di proprietà comunale. La ricorrenza della Beata Vergine della Colonnella si festeggia il 25 Marzo, giorno dell’Annunciazione.
[*] Dizionario biografico degli italiani “Treccani” – volume 68 (2007)