CROAZIA, STO ARRIVANDO!

 CROAZIA, STO ARRIVANDO!
  • di V.P. –

Il 73enne Stefano Boari tenta un’impresa leggendaria in piroga da Bellaria Igea Marina a Sansego solo con pagaia e vela.

Attraversare l’Adriatico per raggiungere uno dei tanti porti della Croazia per chi se lo può permettere è divenuta ormai un’abitudine: motoscafo, barca a vela, yacht, aliscafo per una scelta a misura di vacanziero. Nessuno fino ad oggi ha provato ad andare dall’altra parte in piroga. Nessuno. Almeno fino ad oggi. Questa impresa, perché tale è, tenta di farla propria un ultrasettantenne con il fisico ancora di un giovanotto: Stefano Boari.

Originario di Bellaria Igea Marina, Stefano parte l’8 luglio dal porto della sua città con destinazione Sansego. Una traversata che compie esclusivamente utilizzando la forza delle braccia per muovere la pagaia e quella del vento per spingere la vela. La piroga entro cui vivrà il tempo necessario per andare dall’altra parte non ha tanti spazi e non è nemmeno tanto comoda. Ma lui si è preparato bene, fisicamente in palestra e sulla spiaggia di corsa, ma anche tecnicamente specie dopo che due trattori malandrini hanno travolto la piroga lasciata sulla battigia rischiando di compromettere il tentativo.

Ma Stefano non è uomo che si abbatte alla prima difficoltà. “Assolutamente – racconta – mi è dispiaciuto che abbiano trattato un natante storico come questa piroga alla stregua di un rudere trascinandolo in mezzo alle dune. I danni sono stati ingenti ma ora è tutto dimenticato. A questa imbarcazione sono particolarmente affezionato. Il suo proprietario, un amico che non c’è più, l’halasciata ai suoi figli ma dopo la sua scomparsa era rimasta quasi abbandonata. L’ho voluta e ho promesso che nel nome della mia amicizia avrei tentato l’impresa”.

 Come si è preparato?

Tanto lavoro fisico. Alla mia età non si può partire, sfidare la notte ed il mare senza essere a posto. Ho lavorato molto in palestra, mi sono allenato in mare e ora sono pronto. Mi ci è voluto molto tempo anche per sistemare la piroga, era malmessa quando l’ho presa e aveva bisogno di una vela prima di tutto ma anche di un’opera di consolidamento e stabilità che ora è stata completata.

Boari, perché fa una cosa del genere?

Per amore del mare e per ricordare un amico, Elio Petrucci. Sua figlia Sonia ora è diventata una delle mie tifose più affezionate, è felicissima che la piroga di famiglia torni in acqua e soprattutto orgogliosa perché potrebbe davvero realizzare un’impresa. Ai miei familiari dico sempre che nella vita ci vuole coraggio, ma anche forza ed ostinazione nel riuscire ad ottenere ciò che vuoi. Io mi auguro di arrivare a Sansego e spero tanto che il viaggio di ritorno lo faccia un croato, magari più giovane di me,

per suggellare un gemellaggio tra i due Paesi che costituirà un segno nel tempo.

Ha paura di non farcela?

Un uomo di mare non deve avere paura. Non sono un ragazzino, so quello che mi aspetta. Io garantisco solo un viaggio e mi auguro che a tornare a Bellaria Igea Marina sia un altro navigante. Mi sono preparato bene e molto. Non sarò solo. Ci saranno due barche d’appoggio (una dello sponsor Vulcangas e l’altra del presidente del locale Circolo Nautico, ndr) e un medico pronto eventualmente ad intervenire.

Ci sono della variabili sulla partenza?

La data fissata è quella dell’1 luglio e se le condizioni del mare ed i bollettini saranno positivi si parte quel giorno. In caso di avversità meteo c’è il rinvio di una settimana con partenza l’8 luglio.

Cosa le dice la gente che la vede in mare?

Uno spettacolo. Mi incoraggiano, mi applaudono, mi vengono vicini. A Cesenatico, al porto canale, ormai sono di casa. Sento l’abbraccio e sento la spinta.

Boari, se ce la fa sarà ricordato per sempre.

Non mi interessa questo. Chi mi conosce sa che sono un uomo umile e non mi piace l’esibizionismo. E’ una promessa fatta ad un amico e ai loro figli, un impegno, la parola data. Questi per me sono valori assoluti, che non si discutono. E poi non è detto che ce la faccia. Bisogna vedere, ora dopo ora, quello che succede in mare specie nel corso della notte.

Ci parli della piroga.

Lei ed io insieme abbiamo 124 anni. Sarà la mia unica compagna per 80 miglia marine. E’ lunga poco meno di 5 metri, larga lo spazio sufficiente per il mio corpo e poco più. L’ho armata della vela che non c’era, l’ho irrobustita in parecchi punti. Ora è a posto. Appartiene, come ho detto, ad una famiglia romana a cui sono molto legato. Ho voluto dare le dimensioni dell’impresa a questo evento perché mai nessuno prima d’ora è andato in Croazia dalla Romagna con un natante di questo genere.

Invidie?

Nessuno è profeta in patria, lo sa no? Qui a Bellaria Igea Marina qualcuno ha storto il naso, anche quelli che si dichiarano amici scommettono sul mio ritorno indietro. Invece ogni volta che sono uscito dalle acque cittadine ho trovato entusiasmo e apprezzamenti. Voglio ringraziare la Vulcangas e il patron Fabbri che mi fanno da sponsor, l’Amministrazione comunale, la Capitaneria di Porto per la vicinanza dimostrata, il comandante dei Carabinieri Amato che era con me il giorno della presentazione ufficiale, il mio caro amico dottor Alberto Borelli sostegno costante e continuo e tutti coloro che sono venuti a darmi una pacca sulle spalle. Basta un segno per essere più forti e convinti. Ed il lupo disegnato a prua è l’emblema della sfida che mi accingo a compiere.

Lupi di mare si nasce e non si diventa.

E Stefano Boari appartiene certamente a questa categoria. Ha più di 70 anni ma se gli tocchi le braccia o le gambe senti l’acciaio più inossidabile nei suoi muscoli.

Uno così è una garanzia.
E allora buon vento al navigatore solitario.

Riminiamo

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