DALLA BAMBINA SENZA CHITARRA AL LACRIMOMETRO. Chiara Raggi dalla musica alla scrittura

 DALLA BAMBINA SENZA CHITARRA AL LACRIMOMETRO. Chiara Raggi dalla musica alla scrittura

Ph_Giacomo Bellavista

La riminese Chiara Raggi ci racconta la nascita della sua passione trasversale fra il mondo della musica e la scrittura. Sperimenta il suo primo incontro con le note all’età di sette anni quando la madre la iscrisse a corsi propedeutici: “Amavo tantissimo giocare con la musica”– ricorda Chiara.

Da qui aumentò il suo interesse e l’entusiasmo che la portarono ad iscriversi al conservatorio di Rimini all’età di dieci anni. Decise di intraprendere gli studi di chitarra classica della durata di dieci anni.

“E’ stato un lungo percorso di crescita musicale e personale. Sono stata molto fortunata perché la persona che mi ha messo in mano la chitarra è la stessa che mi ha diplomato e questo è un caso raro. Quando ho cominciato non possedevo neppure una chitarra e per il mio maestro ero l’allieva senza chitarra. Nonostante non potessi esercitarmi a casa, a distanza di una settimana tornando a lezione ricordavo tutto ciò che avevo imparato le volte precedenti. Da quel momento non ho mai smesso di suonare e questa passione è cresciuta insieme a quella per il canto, anche se fin da sempre sapevo che avrei voluto seguire anche la strada della cantautrice”.

Per Chiara Raggi la scrittura rappresenta l’unione perfetta tra la passione per il canto e quella per la chitarra. Al termine degli studi presso il conservatorio, si trasferisce a Torino per frequentare un biennio di studi di regia musicale e arte scenica. Qui rimarrà per i seguenti dieci anni dando inizio alla sua carriera musicale vera e propria. “Torino – ricorda Chiara – è stata una città molto importante per me, perché lì ho mosso i miei primi passi da cantante con live in diversi locali e circoli insieme alla mia prima band”.

Ph_Giacomo Bellavista

Fu proprio durante il periodo torinese che Chiara Raggi produsse il suo primo album nel 2009 grazie alla collaborazione con Roberto Taufic. Il titolo della raccolta (Molo 22) richiama a gran voce la sua città natale. “Molo 22 rappresenta un chiaro omaggio alla città di Rimini, il mio primo punto di riferimento”, spiega con un sorriso.

Nel 2014 Chiara si avvicina al mondo del jazz e ciò la porta a registrare il suo secondo album negli Stati Uniti collaborando con grandi artisti del settore. “Ciò che ho amato di più è il tipo di sonorità tipica del jazz ed il suo interplay. L’esperienza americana è stata davvero positiva e mi ha spinto a tornare a New York per diversi mesi: la città ha un’attrattiva molto forte da molti punti di vista, soprattutto a livello musicale. Non ultima devo ricordare l’esperienza di vita di quel periodo che mi ha permesso di abbattere tante barriere e crescere anche umanamente oltre che professionalmente”.

Ciò che contraddistingue Chiara è la voglia di portare sé stessa di fronte ad un pubblico per guidarlo empaticamente nel viaggio delle sue canzoni. “Io dico sempre che uno è in mutande quando sale sul palco, condividere se stessi richiede coraggio e volontà di mettere a nudo i proprio pensieri siano essi negativi o positivi. D’altronde se non vivi, come fai a scrivere? Cosa racconti?”.

La nostra cantautrice sta ora lavorando al terzo album insieme alla sua band. L’uscita del disco è prevista per l’anno prossimo con una grande novità in serbo. Come ci spiega Chiara, in questo caso è stato deciso di non affiancarsi ad un arrangiatore specifico, bensì di progettare un lavoro corale con i musicisti del gruppo. “Il nuovo album – spiega – ha una genesi totalmente diversa dai precedenti che mi avevano richiesto sempre molto tempo per la scrittura. Questa volta si tratta di un momento particolarmente creativo in cui i pezzi sono nati molto spontaneamente, me li sono trovati già nelle mani quasi. Dedicheremo tutta l’estate alla stesura dei nuovi pezzi, mentre ad ottobre riprenderemo i concerti”.

Naturalmente la nostra curiosità ci porta a parlare del singolo “Lacrimometro” lanciato ad aprile da Chiara Raggi. “Ho immaginato uno strumento in grado di misurare le lacrime non in base alla quantità, ma alla qualità. L’ispirazione è nata dall’idea che ultimamente la lacrima fosse un richiamo per aumentare gli ascolti in televisione e che venisse usata con troppa facilità”. Per Chiara la lacrima è un fatto intimo, quasi un rituale sacro.”Lacrimometro” è nato in modo spontaneo come un fiume che ha inondato i suoi pensieri e grazie alla collaborazione con Giovanni Maggiore, esso è diventato realtà in breve tempo. Lo stesso videoclip della canzone racconta un desiderio di trasmettere una realtà vera e diretta, senza veli né trucco.

Il singolo è stato presentato al cinema Settebello con il desiderio particolare di Chiara di dare un’anteprima alla sua città del lavoro che sta svolgendo. “ Rimini – conclude – ha fatto grandi passi avanti negli ultimi anni per quanto riguarda la musica, credo ci sia una maggiore attenzione all’aspetto culturale”.

Serena Leurini

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