DANNY E LA SUA MUSICA. Danny Busi ci racconta il suo rapporto con la musica e le sue attività didattiche

 DANNY E LA SUA MUSICA. Danny Busi ci racconta il suo rapporto con la musica e le sue attività didattiche

La sua storia arriva dritta al cuore di coloro che amano la musica e credono fermamente in un sogno a tal punto da voler condividere la loro passione con il mondo che lo circonda.

Come ti sei avvicinato alla musica?

A tredici anni sono passato di fianco ad un negozio di strumenti musicali e mi sono innamorato delle chitarre elettriche in vetrina: molti si appassionano per poco, ma per me non è stato così. Appena ho avuto l’occasione ne ho comprata una e ho iniziato a prendere lezioni. A quei tempi ebbi un insegnante che si rivelò davvero importante per il mio percorso musicale: se non mi avesse trasmesso quell’amore per la musica allora, non sarei nemmeno qua. Circa sei o sette anni fa l’ho incontrato e per una serie di coincidenze ed ora ha iniziato a venire a lezione da me.

Danny Busi ha studiato chitarra privatamente fino all’età di 25 anni finanziandosi spesso con la propria paghetta settimanale. “Ho sempre avuto il desiderio di crescere e suonare quotidianamente.”

Alla fine delle superiori ha frequentato la Music Academy di Bologna, senza però immaginare che avrebbe intrapreso questa strada a livello professionale, fino a quando non ha iniziato una tournée estiva con un cantautore di Rimini.

Dopo una triennale universitaria al conservatorio Buzzolla di Adria ha preso la laurea specializzandosi in musica jazz. “Il jazz è una musica moderna, nata circa cent’anni fa, per cui più giovane rispetto ad altri generi.”

Ha studiato due mesi in California con Mimi Fox. Tornato a fine estate ha intrapreso il biennio di specializzazione nel conservatorio di Rovigo.
Danny è socio fondatore, nonché presidente, dell’Accademia Modern Music Studio dove insegna chitarra e basso. Quella nell’accademia è la prima avventura di Danny nel campo dell’insegnamento. Le sue lezioni non hanno limiti di età poiché la musica è un piacere senza tempo.

“La mia visione è molto simile a quella di un insegnante di pianoforte – spiega Danny – I pianisti sono abituati a ‘vedere’ la musica in linea sui tasti e capirla subito. La maggior parte degli allievi inizia a suonare perché sente delle canzoni che vuole imparare. Magari alcuni di loro sanno eseguire accordi ma non conoscono le note e il senso musicale che questi accordi hanno. Riusciamo a distinguere ad esempio la sensazione che ci dà un accordo come la tristezza o l’allegria, la transizione, lo stupore”. Danny cerca di abbinare l’insegnamento della chitarra in maniera teorica al divertimento degli allievi, seguendo quelli che sono i loro desideri. Si ricerca in tal modo un compromesso tra abilità ed interessi personali.

Ma quali possono essere le ragioni della poca costanza nell’esercizio dello strumento?

Danny, in perfetta simbiosi con Gabriele Cevasco, amico e direttore dell’accademia, afferma che spesso i ragazzi di oggi sono molto impegnati con numerose attività sportive e ricreative, per cui può essere difficile individuare delle priorità. Non è da sottovalutare inoltre il fattore distraente rappresentato dal cellulare e dal mondo del web in generale.

In questi casi emerge particolarmente l’abilità dell’insegnante nel coinvolgere i propri allievi: il corso di chitarra di Danny ha avuto un incremento del numero di partecipanti e ognuno di loro ha saputo stupirlo a modo suo sia durante il percorso che alsaggio finale.

Gabriele afferma che ciò dipende tanto dalla motivazione dei ragazzi, quanto dalle qualità di chi insegna loro; ci parla infatti delle caratteristiche di Danny che, a suo giudizio, lo rendono eccellente in questo lavoro: tra le sue peculiarità sottolinea la giusta severità, l’attenzione al contesto in cui vivono i propri allievi e l’importanza data alla qualità piuttosto che alla quantità.

“E’ fondamentale – continua Danny – accogliere e capire i ragazzi a 360 gradi tenendo presente tutti i fattori che intercorrono nella loro vita e possono influenzarli, anche al di là della musica. La parte più difficile è lo studio a casa perché non sempre gli allievi si esercitano sulla chitarra al di fuori della scuola di musica.” Danny tiene le lezioni una volta alla settimana, per cui non è presente nella maggior parte del tempo che i ragazzi passano insieme alla musica. “Per migliorare sarebbero sufficienti anche quindici minuti al giorno se ci si esercitasse con costanza. La mia preoccupazione sta anche nei loro ascolti, perché al momento non troviamo molte musiche dove è veramente possibile percepire i suoni piuttosto che le parole del testo. In questo modo diventa difficile crescere musicalmente parlando, perché arriva prima la parola della musica.”. Danny ci fa l’esempio della canzone “Tutto molto interessante” di Fabio Rovazzi: “ll testo colpisce ed è immediato perché parla di situazioni abituali, vicine alla vita di tutti i giorni come whatsapp. In questi pezzi il ritmo rimane facilmente in memoria ed abbinandolo ad un testo musicale funzionale si generano canzoni che i ragazzi apprezzano. Queste situazioni portano ad imparare cose semplici, ma non permettono di sentire cosa davvero può dare la musica”.

Di solito ti esibisci con delle band?

Sì anche se raramente. Ho da poco fatto un concerto in piazza Tre Martiri a Rimini. Suonavamo per la Happiness in un trio: chitarra percussioni e organo. Non mi esibisco sempre con gli stessi musicisti o negli stessi contesti, bensì tendo a collaborare sempre con persone diverse per trovare date e agganci. Purtroppo in Italia la situazione dell’organizzazione dei concerti non è semplice. La nostra cultura viene influenzata da queste musiche moderne di cui parlavo, per cui non è indispensabile avere un gruppo che si esibisca e alcuni scelgono la strada del dj.

Il chitarrista racconta uno dei suoi progetti musicali da lanciare in prima battuta a livello locale: rivisitare i brani della tradizione italiana in chiave jazz. Ha già prodotto un piccolo repertorio con diverse canzoni e spera di portarlo avanti; vorrebbe proseguire anche la strada dell’insegnamento “perché quando uno ce l’ha dentro, è giusto trasmettere qualcosa agli altri.” Nel futuro di Danny, non troppo lontano a dire il vero, ci sarà un’esperienza estera in Thailandia di cui non ha voluto svelarci nulla e per la quale l’amico Gabriele, seppur dispiaciuto per la perdita dal punto di vista professionale nell’accademia che comunque ha già trovato in Giacomo Maioli un sostituto di pari livello, si dice pronto ad appoggiarlo augurandogli il meglio.

Serena Leurini

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