Denny Di Ponio “io e la musica, un rapporto di Odi et Amo”

Capelli spettinati e voluminosi, sguardo perso e un accento romano contaminato dalla Romagna. E’ Denny Di Ponio, che ha deciso di dedicarci un pò del suo tempo per farsi conoscere. Vive in Romagna da un po’ di anni: è questo il luogo che gli ha regolato il suo rapporto speciale con la musica.
Quando hai scoperto la musica?
“ Il mio rapporto con la musica è strano. I miei genitori sono dei musicisti di professione e la musica è l’arte che si è sempre respirata in casa mia. Da bambino ballavo sul letto con dei manici di scopa, fingendo di suonare una chitarra, ma il loro lavoro non mi ha regalato un’infanzia comune: ero sempre in giro con i miei genitori per le loro esibizioni e sentivo la mancanza di un posto stabile in cui giocare con i miei amichetti. Dopo un periodo di avversione, verso i 15 anni ho iniziato a suonare.”
La tua avversione si è trasformata in quel momento in amore per la musica?
“No”, ride. “Quello è stato il momento in cui ho scoperto di avere un hobby che mi divertiva molto. Il mio babbo è rinato quando finalmente anche io, il piccolo di casa e l’unico ostile alla musica, ho preso seriamente gli strumenti in mano. Dopo le superiori ho deciso di iscrivermi al Conservatorio di Musica Santa Cecilia a Roma, mentre studiavo Architettura all’Università, ma la vita da pendolare e i ritmi serrati a cui mi ero sottoposto, mi hanno portato ad abbandonare tutto. Durante un periodo di perdizione interiore, mio fratello mi ha suggerito di fare una stagione estiva a Rimini per ritrovare me stesso ed è qui che ho iniziato a lavorare al Bar Rumba, in cui lavoro tuttora, trascorrendo due anni senza sfiorare nemmeno uno strumento, nonostante fossero numerose le band che si esibivano all’interno del locale. Ho avuto una sorta di magone interiore a lungo, ma non riuscivo a trasformarlo in niente di produttivo musicalmente, se non in un distacco forzato. Finché una sera, la svolta: il ritardo di un percussionista per una serata al Bar Rumba, mi ha spinto a osare; mi sono proposto come sostituto e la musica mi ha riportato in vita. Un mese dopo, ho conosciuto un ragazzo che mi ha chiesto aiuto per entrare al Conservatorio di Cesena e mentre aiutavo lui, studiavo anche per me. Siamo stati presi entrambi e tra qualche mese mi diplomo.”
Hai lavorato a progetti a cui ti sei particolarmente affezionato?
“Sono state numerose le soddisfazioni professionali in questo periodo; molteplici i progetti con altri conservatori, tra cui quello di musiche da film, che mi ha permesso di conoscere direttori d’orchestra celebri in tutto il mondo e che hanno lavorato a colonne sonore di film importanti. Ho avuto l’onore di lavorare per il direttore d’orchestra, premio Oscar di “La vita è bella”. E’ stata l’esperienza che mi ha reso più fiero. Al di fuori dell’ambito accademico, suono in un gruppo Funk & Soul. Siamo in cinque. L’esordio c’è stato a giugno 2018 e nonostante sia poco tempo, ci siamo esibiti in più di 20 date. E’ con loro che emerge la mia anima da musicista sfegatato. Quando suono la batteria, sento la musica scorrere nel sangue.”
Ascolti altri generi musicali?
“Si, io ho sempre ascoltato musica di tutti i generi. Sai io sono uno alla vecchia maniera: compro solo CD! Non ho mai scaricato una canzone da internet, non lo so fare e non ho voluto mai imparare: a me la musica piace toccarla. E ci investo un sacco di soldi, perchè mi piacciono così tanti generi che vorrei Cd di tutti.”
In questi anni di studio, come pensi sia cambiato il tuo rapporto con la musica?
“E’ sicuramente migliorato: sento di essere più qualificato, perché lo studio serve. Bisogna avvicinarsi anche a generi musicali che non sono propriamente vicini alle proprie aspirazioni e gusti, per crescere. Ad esempio, la musica classica è un genere che non gode più di un cospicuo pubblico, i gusti sono cambiati con il tempo e molte persone la trovano obsoleta, ma per essere un grande musicista o almeno aspirare ad esserlo, bisogna studiare di tutto.”
Hai consigli da dare a chi vorrebbe intraprendere professionalmente la strada della musica?
“Se c’è passione, nessun ostacolo sarà tanto grande da non essere superato. E’ un cammino tortuoso, c’è molta concorrenza e qui in Italia non è semplice inserirsi nell’ambiente, se non conosci qualcuno. Ma io sto costruendo la mia carriera con le mie sole capacità: voglio finire il conservatorio e con il diploma partecipare a dei concorsi, attraverso i quali si potrà lavorare alla Rai o alla Mediaset o per orchestre di Teatri rilevanti. Quindi il mio consiglio è quello di investire sullo studio e su quello che davvero si desidera fare!”
Cos’è per te la musica oggi?
“Per me la musica non è solo suonare, non mi impongo nessun limite futuro: potrei comporre per altri, insegnare, fare arrangiamenti. Se si parla di musica, io ci sono!” La musica mi regala emozioni che non saprei ricavare da null’altro. E’ molto impegnativo ad esempio comporre sia brani musicali che testi, ma il risultato rappresenta sempre il dono di una parte di te stesso che puoi donare agli altri. La musica è il profumo che respiri quando devi esibirti, è l’adrenalina che senti quando guardi il tuo pubblico.”