DIDASCALIE

Gli occhi e lo sguardo dell’anima.
Gli occhi sono una costante fonte di informazione quando abbiamo a che fare con qualcuno.

Spesso lasciano tradire debolezze, paure, o incredibile forza emotiva.

Racchiudono passato, presente e sogni futuri. Quante volte abbiamo affermato di aver percepito più da uno sguardo che da una parola. Ci sono sguardi che ammaliano, che imprigionano, sguardi che emozionano e sguardi che uccidono.

I miei occhi sono come la macchina fotografica che porto con me, o forse è il contrario ma preferisco pensarla così.

Per esempio l’iride e la pupilla corrispondono al diaframma e possono allargarsi o restringersi filtrando la luce e l’intensità.

Le palpebre sono equiparabili all’otturatore e decidono quando e per quanto riposare l’occhio. Il cristallino è la lente fondamentale per la messa a fuoco.

La retina invece potrebbe essere il sensore, dove la luce prende vita. La luce viene catturata dalle cellule fotosensibili degli occhi e viene trasformata in impulso elettrico.

Quest’impulso viene trasportato dal nervo ottico fino al cervello dove viene elaborato nell’immagine che vediamo realmente.

Quando osservo ho il potere di prendere una decisione immediata, ossia cosa voglio vedere della porzione di realtà scindibile.

Ciò che voglio raccogliere e tenere dentro di me, salvato nella memoria interna, sarà quello che intendo trasmettere agli altri.

Ovviamente, è un tema caro ai filosofi. Vedere con gli occhi di Platone per esempio, significa scorgere un altro mondo dietro a quello di ogni giorno. “Prima di ogni altro organo [gli dei] fabbricarono gli occhi che portano la luce, e ve li collocarono in siffatto modo: di tutto quel fuoco che non può bruciare, ma produce la mite luce propria d’ogni giorno, fecero in modo che esistesse in un corpo. Il fuoco puro, che sta dentro di noi ed è della stessa natura di questo fuoco del giorno lo fecero scorrere liscio e denso attraverso gli occhi, costringendo tutte le parti, ma specialmente quelle di mezzo, degli occhi, in modo che trattenessero tutto quello ch’era più grasso e lasciassero passare solo quello puro.” (tratto da Timeo- Platone).

Noi vediamo solo ciò che conosciamo ogni giorno. Per questo ci sono cose che ci sfuggono, materiali o soprasensibili. Se talune cose volessimo approfondirle e comprenderle sarebbe diverso. Stessa cosa vale per le persone.

Alcuni occhi hanno perso la purezza, sono spenti. Non sono più curiosi. La bellezza li attraversa. Sono anche assuefatti agli avvenimenti brutti che accadono.

E allora se sono così importanti questi organi come fanno le persone affette da cecità?

Semplicemente i loro sensi si riadattano a un nuovo approccio di vita.

Non è tanto importante guardare con gli occhi. Il problema è possedere degli occhi e non saper vedere.

Cristina Carboni

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