DIDASCALIE

Quando eravamo nel pancione della mamma. Lascia per un attimo le preoccupazioni, chiediti se hai mai avuto un momento tutto per te, oggi. Corri, corri. Ma dove vai? Arrivi o parti. La vita è una partenza, purtroppo in salita. Un viaggio a dossi. Io vorrei sentirmi protetta come il tempo in cui ero dentro mia madre. La pancia che è sede di inconscio smuove a livello viscerale tanti fattori. Si dice che lì risieda il secondo cervello e si riflette su tutto il nostro organismo. Ansie, stress, paure. Il modo di dire “agire di pancia” spiega come questa zona abbia un carattere emozionale superiore molto spesso al cervello e infatti ha un sistemo nervoso in grado di mediare anche in assenza di input. Per questo quando immagino di essere dentro un pancione vorrei vivere in uno stato di rinascita, dove si ha spazio solo per le emozioni nuove.
La paura fa parte della nostra vita, dobbiamo imparare a conviverci e affrontare osservando, ascoltandoci. La pancia ci comunica. Ci fa ammalare e ci spinge a non ignorare il disagio che viviamo. Ci rimproveriamo. Perché non è permesso oggi essere fragili, non è permesso darsi del tempo. Invece occorre darsi appuntamento dentro di noi e riscoprire il bimbo che nasce e cresce ogni giorno in una sfumatura diversa. Dicono che un bambino senta le emozioni della madre. Le sue parole, il suo benessere o il suo rifiuto. Per quello non bisogna dare per scontato il nostro stato emotivo come se fosse solo nostro. Comunicare con lui sempre, dargli amore, mettere un cd e rilassarsi. È normale provare anche sensazioni spiacevoli, il bimbo si abitua a percepire tutto. L’importante è non farle maturare e somatizzare. Non trattenete le paure ma lasciatele andare, nessuno di noi è perfetto.