DIDASCALIE di Cristina Carboni

Natale congiunto, Natale intimo. Risate, cugini, nipoti, nonni, zii, urla, giochi, canti, esubero di dolci, chiasso, autostrade nella nebbia mattutina: saranno un lontano ricordo.
Un Natale più silenzioso, più solo, ma forse necessario.
Approfittare del periodo per comprendere cosa significhi davvero Natale. Ricordare le persone che ci hanno lasciato, e non solo per questo brutto virus.
Osservare le luci dalla finestra. Sognare. Stare vicino alle persone care, quelle alle quali ci è permesso. No a veglioni, balli, cene, per l’ultimo dell’anno. Niente abbracci e baci. Mi auguro però che ognuno di noi, senza mancare di rispetto a chi è in disaccordo, faccia qualche piccolo strappo alla regola. Non è tanto la quantità ma la qualità.
Amare, bisogna amare. Non lasciar troppo indietro cose che a volte non tornano. Pensiamo a chi non c’è più, ma anche a chi c’è ancora, a chi rischia di chiudere un’attività, a chi ha perso dei lavori.
Questo è un Natale che ricorderemo. Ma non deve diventare solo un pensiero negativo. Può essere meno esuberante, meno consumistico, ma più empatico, e riflessivo.
Tanti auguri a tutti
Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno. (Charles Dickens)