DIDASCALIE di Monica Baldi

L’altalena, quel gioco che troviamo al parco, sulla spiaggia o addirittura in mezzo al mare sulle spiagge di Rimini. L’altalena è quel gioco dove tutti almeno una volta da bambini siamo andati e forse è quel gioco che se lo vediamo lì, ferma, senza nessuno, anche se siamo cresciuti un pò non temiamo di andarci sopra. Un gioco semplice ma che nella storia della fotografia ha affascinato molti artisti, forse attratti dal gioco in sè ma attratti anche probabilmente dal significato metaforico che si porta con sè.
Pensiamo alle altalene sulle spiagge di Rimini di Luigi Ghirri, un Ghirri solitario indubbiamente, quel fotografo che preferisce le spiagge quasi deserte. E poi, poco dopo, il fotografo francese Claude Nori, che decide di immortalare con il suo obiettivo l’altalena in mezzo al mare di Rimini.
Anche a me è un gioco che mi ha sempre affascinato. Forse più che il gioco in sè, la metafora della vita che ci vedo. Una vita colorata ma piena di alti e bassi. E girovagando per le spiagge, oggi, incontriamo lì tante altalene vuote, come in attesa di qualche bambino, in un tempo sospeso. Immagini fotografiche riflessive, immagini che riescono a far riflettere chi le guarda, in questo spazio vuoto ognuno può immaginare ciò che vuole.
Le fotografie ci fanno pensare ai musei, alle mostre, ai palazzi delle esposizioni dove tutte in un perfetto allestimento le possiamo ammirare dal vero. Ed in questo momento forse la domanda che ci poniamo è “Quando potremmo ritornare a vedere una bella mostra?”
Credo che questo esatto momento storico, l’attimo che stiamo vivendo si possa perfettamente paragonare ad un’ altalena. Le fotografie possono essere delle metafore delle nostre esistenze. Umori altalenanti. L’incertezza del domani. L’andamento, insomma, dell’altalena.
Ognuno nella propria casa, ognuno con sè stesso, una vita che ci mette davanti spesso ad attimi di riflessione. Riflettiamo su ciò che sta accadendo intorno a noi e a volte abbiamo paura. Ma il mondo non può essere dominato dalla paura. Ci dovrà essere un momento, forse un attimo, in cui la paura lascerà completamente la strada alla voglia di vivere, alla gioia. E così passeremo dalle foto riflessive ghirriane alla foto gioiose di Nori. Passeremo dal vuoto alla folla. Passeremo da un tempo sospeso nel nulla che stiamo vivendo ad un tempo .