DIDASCALIE. IMPERCETTIBILI

 DIDASCALIE. IMPERCETTIBILI

“Tra ombre immani, nella nebbia che si gonfia, | qui sugli acquitrini ogni cosa s’offusca. | Folgora la mia anima talvolta | lanciando faville contro i mostri | e perché non si consumi nel fuoco | e perché viva, talvolta, | fuori di questo grigio cosmo | alzo la fronte fiera e possente. || Sono un uomo di luce immerso nella nebbia, | sono volontà nel torpore, | sono il miracolo della gente degli acquitrini, | nato per la luce e qui rimasto | in attesa d’un mattino | che la nebbia spazzerà via. | E attendo l’alba se già non arrivi. || L’alba verrà“ – Endre Ady, poeta ungherese

Mi sono svegliata e non vedevo più nulla. Non una sagoma all’orizzonte, o un rumore. Ero improvvisa- mente entrata dentro una bolla spazio-temporale. Nessuno bussava alla mia porta, nessuna chiamata. Così ho preso la sedia , l’ho portata di fronte alla finestra e mi sono seduta. Ho iniziato a guardare fuori , in silenzio. Mi sono voluta perdere nella pace del nulla, perché è solo in questo modo che riesci a captare le sensazioni più intime. E’ un velo che ti avvolge nostalgicamente e dolcemente. I confini offuscati diventano morbidi, armoniosi.

La nebbia ha la capacità di assorbire e disperdere la luce, ma non eliminarla. A volte ti spaventa perché riduce la percezione dei colori e delle forme. Ti fa interrogare sull’esistenza delle cose, sulla nostra stessa esistenza. E cosa c’è al di là? Rallenta improvvisamente il tempo. Purifica. Racconta ciò che spesso è inesprimibile. Bisogna passare dall’oscurità, e da una transitoria assenza di luce per poter vedere più chiaramente. Mi raccolgo nel mio nido ovattato e sogno. E’ da diverso tempo ormai che mi addormento con una domanda un po’ inquietante “ Domani mi sveglierò qui?” ; “ Chi sarò domani”? Perché la notte o la nebbia, tutto quello che non ve- diamo, ci mette così in crisi? Malinconiche ma affascinanti le cose impercettibili. Forse perché ci offrono, per un attimo, la speranza di poter essere o credere in quello che vogliamo. Fino a che non vediamo la prima auto spuntare, fino a che non si manifesta il giorno.

soffici le tue parole sussurrate immaginate foglie che si increspano di vento fragili cadendo sparse
un grido in uno sguardo un fiume in una lacrima la vita in un sospiro… l’attimo che non dobbiamo mai perdere ridarà il tempo e ogni attimo che si è perduto …
sono tutte le cose impercettibili l’inizio del cielo e del mare di quel che da fare disfare rifare (da Impercettibili- Max Gazzè)

 

Cristina Carboni

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