DIDASCALIE. Segreti

 DIDASCALIE. Segreti

Che cos’è un segreto? Come conviverci? I segreti sono negativi o a volte possono salvarci? Sono domande che spesso ci poniamo.
Custodire un segreto importante ci porta inevitabilmente a modificare noi stessi. Ci comprime e mette in atto una serie di comportamenti volti a proteggerci dalla verità scomoda che ci trasciniamo. In un’epoca in cui è tutto estremamente esplicito e si sente l’esigenza di manifestare cose, talvolta intime, ci si scontra con la contraddizione dei profondi misteri che indossiamo. Perché ognuno di noi ne ha. A volte sono innocui, a volte invece ci mettono in gabbia, e oltre a provocare disagio mentale, possono sfociare anche in malessere fisico, aggressività. Sarebbe bello riuscire a far defluire questo disagio e confessarci a qualcuno. Basterebbe poco. Una volta ci si “confessava” al prete, oggi più facilmente a uno psicologo.

Ma la fiducia che si pone negli altri non è sconta- ta ed è un percorso che faticosamente si costruisce e velocemente si distrugge. In secondo luogo ci sono i segreti degli altri, quelli che al contrario è molto più facile lasciarci sfuggire distrattamente. Forse è proprio come dice Freud: nessuno è in grado di mantenere un segreto, la verità trasuda anche se le nostre bocche sono sigillate. Cospirazioni e verità occultate hanno accompagnato la storia della nostra civiltà. Hanno fatto vendere milioni di copie ad autori di libri. Solo il fatto di leggere “mistero, segreto, confessioni” insinua in noi una morbosa curiosità. Caparezza in China Town cantava “L’inchiostro sa quante frasi nascondono i silenzi” ed è proprio così, il silenzio può suscitare fascino, stimolare l’immaginazione ma anche soffocare un grido di tormento. Quanti pensieri rimangono incastrati a volte.

Ma i contenuti di questi segreti cessano di esistere dal momento in cui vengono taciuti? Derivano sempre dal “male” o forse è il “male” a derivare da loro? Non credo che mantenere certe informazioni celate sia necessariamente sinonimo di falsità. Se questo comincia a condizionarci e a limitare la libertà di potersi dare completamente all’altro allora forse non è più un mistero ma un punto nero che ci risucchia. Credo che il mondo stesso è un immenso arcano, tuttavia chi vuole ha di fronte molte più verità di quelle che brama esplicite. Non cerchiamo alibi ma piuttosto comprendiamo la natura delle nostre riservatezze e cerchiamo di farci una ragione per quelle degli altri. Tutto quello che dovrà venire alla luce prima o poi lo farà naturalmente.

“So che è un segreto, perché lo sento sussurrare dappertutto”. (William Congreve)

Cristina Carboni

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