Espanso verso l’alto! Riminiamo Magazine come il grattacielo tra coraggio e ambizione.

Perché scegliere proprio il Grattacielo di Rimini per rappresentare la prima uscita di RIMINIAMO?
In fondo non è altro che un vecchio e ormai fatiscente edificio, la cui attenzione è stata distolta dalle innumerevoli nuove costruzioni, in una posizione poco frequentata dai Riminesi.
Allora, perché?!
Prima di tutto un po’ di storia.
Il Grattacielo è nato un po’ come una sfida, come credo ogni imponente architettura che si rispetti. Parliamo della fine degli anni cinquanta, sorse per ultimo tra quelli che furono considerati la catena dei grattacieli che in quell’epoca rivoluzionarono l’immagine della riviera Romagnola. Ma soprattutto fu una sfida a quel periodo, il dopo guerra, che aveva raso al suolo non solo molte abitazioni, ma anche il morale e l’ottimismo di molti cittadini.
Nato dopo il Marinella I e II di Milano Marittima e Cesenatico, ma subito vincitore, seppe con i suoi 100 metri di altezza, 17 metri di profondità e 47 metri di fronte, conquistare il primato per modernità e adattamento al richiamo di sperimentazione.
Un colosso che ospita 187 appartamenti suddivisi su 27 piani, realizzato dall’ingegnere Raoul Pahuli, triestino.
Per più volte mi sono riletta le date di inizio e fine lavori, incredula di quello che i miei occhi leggevano. Gli scavi delle fondamenta sono stati iniziati alla fine dell’ottobre del 1957, esattamente due anni dopo, nell’ottobre del 1959, il tetto era ormai parte del cielo di Rimini.
Così, nei primi mesi degli anni ’60, i 187 appartamenti erano pronti ad ospitare gli occhi curiosi di chi poi lo avrebbe considerato “casa”.
Sembra quasi impossibile che in soli due anni questo edificio abbia preso vita.
Ci sono costruzioni sparse in Italia, delle quali si conosce la data di inizio lavori, mentre quella di fine rimane ancora un mistero.
Penso che, forse, oltre alla scusa che viene notoriamente chiamata ォmancanza di fondiサ, la vera mancanza è quella di un sogno.
La voglia di riuscirci, la lungimiranza di poterci arrivare.
Il pensare che un progetto in realtà è come una promessa. Di solito alle promesse ci si crede.
Dicevo prima “casa”, CASA è una parola che rimane dentro per tutto il tempo durante il quale nostro corpo continua a vivere. per ognuno può rappresentare una cosa diversa. C’è chi l’associa alla famiglia, chi agli amici, chi letteralmente alla propria casa, chi ancora considera l’intero mondo la sua dimora, chi invece ha paura di pronunciarla, a causa delle molteplici ferite che questa gli ha procurato.
Non esiste in realtà la definizione giusta, quella che insomma può essere scritta su Wikipedia o, per chi ancora li consulta, i buoni vecchi dizionari.
ネ per questo, credo, che allora abbiamo deciso di scegliere proprio lui, il Grattacielo di Rimini.
Siamo un gruppo di menti differenti. Chi viene da lontano e ha lasciato la sua famiglia per gli studi, chi la famiglia l’ha cercata qui, chi invece ci è nato e da sempre la porta nel cuore, Rimini. Ma tutti con una strana voglia di battere le dita su di una tastiera, chi ancora, come me, prima prende una penna e le sue parole le getta su un foglio.
Noi facciamo parte di questa rivista, come il Grattacielo di Rimini.
Con le sue crepe, la sua facciata fatiscente, ormai dimenticato, ma che ha avuto la capacità di RESTARE.
Di adattarsi.
Di ospitare persone di posti differenti, culture opposte.
Di rimanere, anche se molti intorno a lui non lo “vedono” più.
Un omaggio insomma alla volontà, alla caparbietà, alla sfrontatezza di chi ha voglia di farcela.
Di chi conosce bene le sue origini e accetta che le sue radici siano profonde e ben incastrate nel suolo, ma che, con lo sguardo al futuro, abbia quella luce negli occhi di chi non si ferma, pronto al cambiamento, all’adattamento.
Di chi non si rassegna, di chi anche se il mondo attorno non lo vede, è pronto a urlare al cielo : IO CI SONO! In conclusione, con la vostra bicicletta, o sulle vostre gambe, passateci davanti.. Fategli un saluto, ricordategli che come in quegli anni ormai passati, per noi è ancora il glorioso GRATTACIELO DI RIMINI.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno dato una mano per rendere possibile tutto questo:
Riccardo Dragoni, Alberto Spampinato, Luisella Barbieri, Davide ed Elisa e tutti gli altri che mi hanno ospitato in casa loro..