FEDERICO l’uomo delle reti

 FEDERICO l’uomo delle reti

In una giornata primaverile dopo una scosciante pioggia che mi ha fatto rimpiangere il passato, quando le stagioni davano il ritmo a tutte le attività umane, con la loro consueta cadenza: ho ritrovato un personaggio inconsueto, e a dir poco fuori dal tempo. Nella frescura del risveglio mattutino, davanti ad una cabina del bagno 68 di Rimini, un volto conosciuto che mi ha riportato alla mia infanzia felice e spensierata, trascorsa a scuola con la fionda in tasca e la logora cartella che profumava di pane fatto in casa dal, sudore delle nostre amate madri “azdore”, premurose e accorte nel lesinare la povera merenda alla scolaretto recalcitrante e poco propenso ad annoiarsi su quei neri banchi tempestati di oscuri calamai , dove intingere gli spuntati pennini per tracciare all’infinito improbabili aste.

Certo gli anni lo avevano trasformato, ma io subito ho riconosciuto in lui il compagno maldestro della scuola elementare alla pensione “ Principe “ e dopo un breve rivangare il passato, ho fatto un po di domande a questo uomo del mare, che subito ha iniziato la storia delle reti da pesca.

Nei lontani anni 80 lasciata la sua attività estiva al mare, Federico si reca a Termoli, e lì impara le tecniche di pesca alle anguille, da un gruppo itinerante di pescatori bellariesi , e da quel momento nasce il fuoco vivo e appassionato per la creazione delle reti. Da allora nascono sotto le sue esperte mani tantissime reti: da quelle da posa, chiamate anche “d’imbrocco” , sia per canocchie, che per le sogliole, dai “cugolli”, ai cestini per le lumachine di mare; insomma come spiega questo simpatico amico, ogni giorno termina una rete posizionandovi lungo le ben 2.000 maglie: sulla parte superiore i sugheri o galleggianti, mentre in quella inferiore i piombi seconda del tipo di pesca a cui dovranno servire … e in cambio di questo lavoro certosino, i suoi amici pescatori, lo ripagheranno poi con dell’ottimo e freschissimo pesce dell’Adriatico.

Federico racconta la sua viscerale passione per il mare, ed io ben lo capisco, conoscendo sulla mia pelle ciò che scorre nel sangue di chi è nato al mare e col mare ha intrecciato un rapporto quasi simbiotico, che non si cancella neppure con l’età , anzi si acuisce e come una profonda malia ti prende anima e corpo, quel corpo che culla amorosamente ogni tuo fulgido ricordo, intrecciato ai mille e mille racconti di vita vissuta…

Alla fine di questa cordiale chiacchierata, saluto il mio sorridente amico Federico, detto anche l’ultimo retaio della Via Lagomaggio, augurandogli ancora tantissime reti da preparare, perchè come giustamente argomenta lui, la pesca delle reti da posa sarà sicuramente la pesca del futuro, al contrario dell’altra micidiale fatta con le famigerate reti a strascico che distruggono i fondali, uccidendo indiscriminatamente il pesce piccolo non ancora pronto per essere catturato … Sperando di vedere il nostro amato mare Adriatico ripopolarsi, anche grazie a questo tipo di reti incruenti, chiudo la mia amichevole chiacchierata con il mio “ biondastro” amico, salutandolo così: “ Che le reti ed il mare … siano sempre con te carissimo Federico !!!! “

Luciano Monti

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