I PROFESSIONSTI. RECUPERO CREDITI “INVADENTI”

 I PROFESSIONSTI. RECUPERO CREDITI “INVADENTI”

Pressione da parte di aziende di recupero crediti per conto di finanziarie.

“Per una sola rata scaduta in merito ad un finanziamento queste aziende, se non ottengono risposte tempestive, contattano parenti e addirittura estranei vicini di casa” ci segnalano alcuni lettori.
Cosa è consentito e cosa invece lede il diritto alla privacy? E cosa si può fare per tutelarsi?

Gli Istituti di credito e le finanziarie si trovano non di rado a dover fronteggiare casi di insolvenza nell’ipotesi in cui non vengano adempiuti contratti di mutuo, contratti di finanziamento, prestiti, o simili. In caso di inadempimento il creditore deve agire per il recupero del credito con gli strumenti consentiti dalla legge: è del tutto escluso che possa rivolgersi a vicini di casa e/o parentidel debitore al fine di reperire informazioni o per minacciare esecuzioni di qualche tipo; in questi casi è opportuno rivolgersi ad un legale al fine di denunciare penalmente l’accaduto. Il creditore può rivolgersi agli uffici anagrafici al fine di conoscere la residenza del debitore e, nel caso di società, presso la Camera di Commercio; può svolgere indagini circa il patrimonio immobiliare presso il Catasto; è consentito richiedere informazioni presso il Centro per l’impiego al fine di conoscere la posizione lavorativa del debitore, o presso l’INPS relativamente alla posizione pensionistica; oppure effettuare ricerche presso l’ACI per sapere se ha mezzi intestati. Insomma può svolgere indagini presso le banche dati pubbliche, che detengono appunto dati pubblici.

Avv. Nadìa Toni e Avv. Francesca Angelini

Riminiamo

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