IL DISEGNO COME MODO DI PENSARE. LE IMMAGINI ALLA PORTATA DI TUTTI, MA LE IDEE DI POCHI

Così Marianna Balducci ha coltivato la propria passione per il disegno, portandolo a diventare il lavoro di una vita. Sin dal principio del suo percorso accademico alla facoltà di moda di Rimini Marianna comprende che la comunicazione risiede alla base di ogni forma d’arte e più in generale di ogni situazione quotidiana. “Ho sempre visto la moda come il linguaggio creativo più espressivo in assoluto e allo stesso tempo anche innovativo: in essa troviamo disegno, arte contemporanea e fotografia. A questi aspetti artistici si aggiunge il rigore professionale delle aziende in un sistema compatto che ho sempre apprezzato, ottenendo così un doppio approccio.”
Dopo aver conseguito la laurea, ha lavorato nel mondo della pubblicità mantenendo i rapporti con l’università tramite l’organizzazione di un seminario sulla comunicazione visuale.
Marianna Balducci colleziona diverse esperienze tra le quali un’avventura imprenditoriale con ReeDoLab, piccolo laboratorio artigiano di moda autoprodotta a Rimini. “Ho fatto tanti esperimenti nei quali il disegno è sempre stato una passione, ma non avrei mai creduto che potesse diventare un mestiere vero e proprio. Esso diventò il vero lavoro mentre mi occupavo di grafica e ho iniziato ad inserire qualche disegno qua e là.
Fu allora che i clienti cominciarono a chiedere sempre più spesso l’aggiunta di questi elementi. Sono sempre stata un po’ autodidatta e così iniziai a studiare alcuni software per il disegno digitale”. Complice il bellissimo rapporto con la madre pittrice Antonietta Bellini, la nostra disegnatrice cresce in un mondo stimolante, sperimentando i primi approcci con l’arte in modo del tutto naturale. “Ho avuto la possibilità di avere un piccolo laboratorio in casa e unendolo al confronto con mia mamma mi sono avvicinata ancor di più a questo mondo.”
Marianna ci racconta dell’emergere progressivo di questa sua passione, della crescita del suo modo di pensare ed esprimersi attraverso il disegno. Da cinque anni è diventato la parte preponderante del suo lavoro, grazie anche ad una consapevolezza progressiva delle proprie aspirazioni e capacità. “Credo ci sia stato un processo di maturità del segno e di coscienza del mio strumento. Da lì ho capito che avrei voluto condividere queste espressioni e farne il lavoro di una vita. La rete mi ha tanto aiutata a crescere, informarmi e studiare semprenuovi approcci, nuove idee.”
Ella definisce il momento attuale come un buon periodo per il mondo dell’illustrazione e ci parla di ritorno in auge della pubblicità. “Il pubblico ha più dimestichezza con le immagini. Al giorno d’oggi siamo abituati ad avere tanti immagini intorno a noi e questo ci permette di comunicare e comprendere più facilmente un concetto attraverso di esse. Ma c’è un rovescio della medaglia: non sappiamo più quanto lavoro si possa nascondere dietro questi elementi. Nel realizzare un disegno l’autore prende una posizione ad esempio riguardo una notizia e riporta la cosa come la vede, per cui se ci si ritrova in essa, c’è un alto grado di emp tia. Molti pensano che col digitale sia tutto semplice da realizzare, invece io la vedo come una tavolozza che ne racchiude tante altre e se non la sai usare, risulta inutile. E’ vero che la tecnologia ha reso più accessibile il mondo delle immagini a molte persone, ma la differenza la fanno le idee. Quando ero all’università seguii un seminario di Fiorucci durante il quale egli ci spiegò come le grandi idee siano il risultato della sedimentazione di incontri, pensieri, parole raccolti nel corso del tempo e non il frutto di un lampo improvviso.”
Nel mondo delle arti applicate c’è quasi sempre un obiettivo da raggiungere, per cui l’artista mette il proprio disegno a servizio di qualcosa. Si ricerca sé stessi, ma c’è anche un messaggio da interpretare ed una meta da raggiungere spesso in accordo con un committente. “Ogni situazione richiede di adattarsi e confrontarsi con mondi e personalità diverse. Imparare ad usare il proprio linguaggio espressivo in tanti modi differenti e rapportarsi con contesti diversi permette di crescere tanto. Il fine ultimo resta sempre quello di comunicare qualcosa e sentirmi quindi vicina a coloro che guardano.”
Marianna Balducci si è lanciata anche nel campo editoriale e nell’ultimo anno ha già realizzato due importanti nuovi progetti. Il primo libro di illustrazioni “PAROLE NECESSARIE” è uscito a febbraio 2017 ed è già stato presentato a Sant’arcangelo al Vermuteria teatro condomini in collaborazione con la scrittrice Elisa Rocchi. Si tratta di una raccolta di parole inventate partendo dal presupposto che alla lingua italiana manchino dei vocaboli per esprimere alcuni concetti come ad esempio la voce infantile che usiamo per rivolgerci a cani e bambini. Il libro è strutturato come un dizionario dove ogni parola ha una propria illustrazione.
Di recente è stato pubblicato “Il viaggio di Piedino”, il primo libro per bambini scritto da Elisa Mazzoli: si tratta di un libro fotodisegnato con disegno su fotografia ed è una tecnica che Marianna ci confida amare tanto, sebbene in Italia sia ancora poco conosciuta. Il lavoro di squadra le permette di crescere e conoscere nuove prospettive e nuove sfide. “Collaboro con varie personalità alla ricerca di un modo per mettermi in connessione con la gente”.
Oltre al campo editoriale Marianna Balducci ha lavorato e tutt’ora continua a lavorare in diversi settori come i progetti fotografici disegnati, la videosigla realizzata per il festival Amarcort e videoclip per band musicali.
Ai nostro occhi appare rilevante anche l’archivio di progetti personali tra i quali il ‘Personal Rorschach Test’. Fu presentato alla Biennale di disegno del 2016 e venne realizzato nel corso di ottobre 2015. Per la precisione Marianna vi si dedicò ogni giorno del mese realizzando 31 macchie con inchiostro di china diluito. “In seguito ho disegnato quel che vedevo su una macchia, una in particolare che sembrava parlarmi quel giorno. Fu una raccolta quasi di psicoanalisi per capire cosa migliorare nel lavoro. Devo ammettere che la macchia ti dàun’impostazione ed uno slancio diverso. Mi sono potuta chiedere a cosa mi sia servito un determinato lavoro: è un modo per distanziarsi e vedere a che punto del percorso si è”.
Tra le opere più rappresentative di Marianna ritroviamo ‘Il ballo delle foglie gialle’ selezionata alla mostra degli illustratori del Lucca Comix 2017. “Il tema era legato a Bruno Munari, così mi sono messa a giocare con le cose come faceva lui. Diceva che complicare è semplice, mentre semplificare è difficile. I suoi lavori educano a guardare il quotidiano con occhi diversi.”