La vita tra le mani. Nascere in casa si può!!! Perché ogni bimbo sa nascere e ogni mamma sa partorire

 La vita tra le mani. Nascere in casa si può!!! Perché ogni bimbo sa nascere e ogni mamma sa partorire

Dicono che le strade intraprese seppur diverse, molte volte possano portare ad un unico traguardo. L’associazione Nascita e non solo nasce e cresce grazie alla collaborazione di tre ostetriche Paola Carlini, Rachele Montini e Nadia Morello. Tre donne che, seppur con esperienze lavorative e di vita differenti, hanno deciso di collaborare per dare l’opportunità alle future mamme ed ai futuri papà di incontrarsi e confrontarsi con l’ostetrica che accompagnerà la coppia nell’esperienza del parto.
Nascita e non solo affianca principalmente tutti quei genitori che hanno il desiderio di avere un parto, quando le condizioni della mamma lo permettono, in CASA.

Come ci racconta Paola Carlini, ostetrica libera professionista, il parto in casa non è molto praticato dalle mamme ma è un’alternativa sicura, un diritto sancito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S) nell’ambito della libertà di scelta sulla propria salute. Normalmente partoriscono in casa donne sane e in buona salute, definite a

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“basso rischio”. “Ci prendiamo cura della singola donna – commenta Paola Carlini – con un’assistenza ‘one to one’ sia durante la gravidanza attraverso consulenze specifiche o visite ostetriche e corsi di accompagnamento alla nascita, sia nel parto, attraverso un controllo del benessere materno – fetale e in puerperio, recandoci direttamente a domicilio della neo – mamma per il sostegno all’allattamento e alla neo – genitorialità”.

 

 

l parto in casa rende la coppia protagonista consapevole di ogni scelta. Le varie procedure infatti, vengono proposte senza forzature a seguito di una vera e propria ‘formazione’: dal rispetto delle posizioni libere durante travaglio e parto al parto in acqua, dal taglio del cordone ombelicale alla lotus birth, dal contatto pelle a pelle all’attacco del bimbo al seno. Un sostegno professionale ed umano che si può definire Totale.
La relazione che nasce tra la coppia e l’ostetrica si fonda sulla fiducia reciproca, nel rispetto dei ruoli e dei tempi di ognuno senza giudizio. L’empatia che si crea nella fase di approccio al parto in casa, unita all’emozionalità intrinseca nell’esperienza di una nascita, rendono questo percorso indimenticabile in ogni suo attimo. Partorire sul proprio divano o sul proprio letto è certamente suggestivo, è una prassi sempre più richiesta dalle mamme e dai papà che hanno il desiderio di un parto in un luogo familiare e per questo speciale, circondati dalle persone amate.

Il primo contatto.

Solitamente quando la mamma contatta l’as- sociazione le viene offerta la possibilità di frequentare vari corsi preparto, di coppia e non. Poi pian piano inizia un percorso, “bellissimo, intenso e unico”- ci tengono a sottolineare le ostetriche – “durante il quale si vivono i mesi di gravidanza, le paure, i turbamenti e le emozioni fino ad arrivare alla nascita del pargolo”. “Ovviamente – ci spiega Paola – perché si possa partorire in casa è necessario effettuare tutti i controlli di routine in base alle normative, ad esempio il parto deve prospettarsi ‘fisiologico’, il bambino non può pesare più di 4,5 kg e l’abitazione non deve distare più di 30 minuti dall’ospedale più vicino”.

Le ultime tappe.

Entro la 35° esima settimana (una gravidanza nella norma dura circa 40 settimane) si invia la domanda all’AUSL di appartenenza con la presa in carico da parte dell’ostetrica e si accerta quindi la possibilità del parto in un ambiente non ospedaliero, è previsto un rimborso regionale per i famigliari che scelgono questa “opportunità”.

“L’ostetrica informa sempre la coppia di tutti i rischi e di tutte le pratiche permesse e non, secondo le disposizioni di legge. – precisa Paola – Solo allora i genitori firmano il consenso”. [La legge regionale di riferimento è la L.R. 11 agosto 1998, n. 26]

Alla 38°esima settimana, l’ostetrica si reca in casa della gravida e dopo averne ascoltato le ultime perplessità, valutato il benessere suo e del nascituro, verificato gli esami e quant’altro, si passa a controllare che tutto l’occorrente sia al suo posto.

Che cosa serve?

Teli da imbianchino, lenzuola, acqua calda per il dolore, asciugamani per avvolgere il bambino, cotone, garze, una pila per eventuali piccole suture, insomma c’è una lista, studiata nei minimi dettagli e non poteva essere altrimenti, con tutti gli “ingredienti” utili e necessari. Si controlla l’ambiente e il luogo dove avverrà il parto (divano, letto, vasca ecc..) e si fa preparare, è soprattutto di buon auspicio, una borsa per il bimbo e la mamma in caso si debba raggiungere l’ospedale.

Sta per nascere, e adesso?

All’inizio del travaglio, le ostetriche vengono contattate e si recano nell’abitazione della mamma dove assisteranno la gravida per tutto il travaglio ed il parto. In fase di travaglio avanzato si chiede al 118 di riservare un’ambulanza per eventuali urgenze.

E’ nato!

Dopo la nascita, un pediatra “convenzionato” avvertito del parto, entro le 18h si appresta a visitare il neonato.
Dopo due giorni invece il neonato viene sottoposto al test Guthrie previsto dalla legge .

E’ l’ora delle coccole.
Importante è lo spazio “Mamma e Coccole”, a Santarcangelo, dove le mamme coi piccoli fino ai 6 mesi si ritrovano e si confrontano con l’ostetrica. Qui vengono ascoltate e sostenute per superare i dubbi e le insicurezze tipiche delle neo-mamme su allattamento, insonnia, pianto, relazione con il bebè e con il compagno. “Ci auguriamo che ogni nascita – le parole di gioia con le quali le tre ostetriche vogliono salutarci – possa avvenire nel miglior modo possibile, sempre con grande rispetto, infi- nita pazienza, silenzio e tanto amore”.

Non possiamo che unirci a questo bellissimo augurio.

Le ostetriche con Daniela Chiari (mamma) e Michele Barbanera (Figlio)

 

 

Alexandra Morgano

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