MATTEO SORMANI: l’arte di investire nelle opere contemporanee

 MATTEO SORMANI: l’arte di investire nelle opere contemporanee

Matteo Sormani è un romagnolo doc, che ha trovato nell’arte la sua vocazione. Il suo iter professionale non parte da una classica formazione in studi artistici, ma all’università intraprende studi in Scienze ambientali che, apparentemente distanti anni luce dall’arte, si rivelano congruenti alla comprensione di un determinato modus operandi di diversi artisti, proprio perché l’arte è un circuito all’interno del quale possono essere comprese tutte le discipline.

Un esempio esplicativo è l’incontro con Alberto Di Fabio, che nelle sue opere fonde l’arte e la scienza. Le sue immagini astratte sono sature di richiami al mondo naturale, ai sistemi eco e astrali, alla genetica e ai recettori sinaptici del cervello. Sormani ha intuito subito i concetti espressi da Di Fabio, riuscendo a comunicare con lui senza troppe spiegazioni e stupendo l’artista, per il suo modo di cogliere l’essenza scientifica delle sue opere.

Di Fabio: Corpo Mentale

Il mondo dell’arte si edifica sulla conoscenza, sull’intuito, sulla percezione delle tendenze contemporanee, per cui l’osservazione e il confronto sono elementi imprescindibili. E Matteo segue queste nozioni come suo unico vademecum. L’industria artistica può essere considerata ancora il più grande mercato non regolamentato del mondo, ma questo non esclude responsabilità per chi lavora nel settore.

Ama la definizione di “art dealer”, preferendola a quella di mercante d’arte, considerata ormai un po’ obsoleta. Con l’espressione Art Dealer (dall’inglese: art = arte; dealer = mercante) si intende indicare un mediatore commerciale tra il gallerista e il collezionista; una figura professionale che affonda le sue radici in tempi lontanissimi.

E’ il fondatore di Art Preview, una galleria d’arte privata per giovani artisti emergenti, scelti da un’attenta commissione che li analizza per introdurli nel mercato, consentendo loro una crescita rispetto a eventi privati, presentazioni esclusive e dirette. La piattaforma garantisce ai collezionisti di inve- stire attraverso l’aiuto di un art advisor, il consigliere più ascoltato dai futuri acquirenti, che permette di ispezionare l’opera nei dettagli. Un elemento fondamentale di Art Preview è la imperante componente umana, che collega i consulenti agli acquirenti finali.

Dal 4 aprile al 4 maggio, la galleria virtuale ospiterà in esclusiva la mostra “Someone I know” di Luca Giovagnoli, artista riminese, le cui opere astratte e concettuali hanno una componente narrative molto forte, valicando così quei limiti che una galleria reale comporta e consentendo di affacciarsi su un mercato internazionale.

Successivamente la mostra sarà esposta all’Augeo Art Space, galleria d’arte contemporanea nel cuore di Rimini, per avvicinarsi ulteriormente al mercato italiano, per cui la tangibilità è una prerogativa ancora necessaria. Sormani ha una liaison molto importante con Rimini, nonostante collabori con un ambiente artistico più vivace di quello offerto dalla città. La sua vita è costellata da numerosi viaggi, al fine di addentrarsi in quel vortice globale di internazionalizzazione e di travalicare i confini fisici e nazionali.

Collabora con molti artisti del territorio, enfatizzando quanto la Romagna sia ricca di talenti da scoprire e per i quali è sempre pronto a mettersi in gioco, a presentare e raccontare le loro opere. Il vantaggio è duplice: far crescere il contenuto artistico della città e far parla- re di Rimini nel mondo.

Uno dei suoi scopi principali è quello di contaminare locali privati e arte. Tra le iniziative: il ristorante Novecento ospita dei murales realizzati direttamente sulle pareti del locale, da Luca Giovagnoli; il W12 (uno store manager all’avanguardia, che prende il posto degli spazi lasciati liberi da tempo dal Block 60 in Viale Milano a Riccione) ospiterà, tra qualche settimana, delle opere del fotografo riminese Dino Morri.

Ma il linguaggio di Matteo è internazionale: l’11 aprile ospiterà a Rimini Miquel Paredes, artista newyorkese fortemente influenzato dalla Pop Art dal suo mentore Ronnie Cutrone, assistente diretto di Andy Warhol.

Mi svela che in cantiere ci sono dei progetti per una collaborazione con Lola Schnabel, figlia del pittore Julian Schnabel e per l’estate sta organizzando una mostra in un bagno storico di Forte dei Marmi, che concilierà arte e spiaggia, da sempre luogo di spensieratezza, in un ossimoro probabilmente senza precedenti. Tornato di recente da New York, ha partecipato alla presentazione in anteprima della mostra “Jean – Michel Basquiat” alla Brant Foundation, curata da Dieter Buchhart e precedentemente esposta alla Fondazione Louis Vuitton di Parigi, che attinge ad una collezione di opere di Basquiat, tra cui un Untitled del 1982 ven- duto al prezzo record di 110.5 milioni di dollari nel 2017.

“L’arte”, come tiene a far notare, “costituisce un investimento finanziario che molti tendono a sottovalutare. La Svizzera e l’America ad esempio, sono state abili nel percepire in anticipo quanto il mondo degli investimenti alternativi, legati alla sfera della finanza emozionale, possa offrire nuove opportunità di guadagno.” In Italia accanto agli estimatori, esiste un numero cospicuo di persone che si tiene distante dall’arte contemporanea. Una scelta causata probabilmente dal fatto che non è immediatamente riconducibile al bello dai nostri occhi, ma per essere compresa richiede uno sforzo maggiore, che vada oltre una fruizione puramente estetica.

Bisognerebbe guardare ad essa, fruendo razionalmente del valore culturale dell’opera, indagando sul messaggio che l’artista commisura al suo lavoro quasi sempre in maniera inconscia, attraverso un suo personale linguaggio. Matteo Sormani con Art Preview e Artsy, ci offre una rassegna di artisti internazionali e soprattutto locali, sperando che la città di Rimini e il mondo virtuale si avvicinino maggiormente all’arte contemporanea.

Arianna Chirico

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