Neanche Una canzone. Il primo singolo del giovane cantautore Riminese Mattia Di Bernardo

Nato nel 1991 con una grande voglia di esibirsi fin piccolo il nostro freschissimo Mattia sta riuscendo a realizzare il suo più grande sogno: vivere di musica. Grazie all’aiuto di un super team, di tanta determinazione e dell’appoggio della famiglia, è riuscito a far partire il suo primo singolo “Neanche una canzone”, uscito il 10 ottobre di quest’anno in molte radio locali.
Si dice che ci sia una sola vera possibilità per mostrare il proprio talento e possiamo dire che Mattia l’ha colta al volo! Ha iniziato ad esibirsi all’età di sei anni sui palchi delle sagre di paese, successivamente ai vari concorsi organizzati dalla parrocchia di Miramare, per poi capire che voleva fare di questa forte passione il suo mestiere. E cosa fare quando si ha un sogno così grande? Rimboccarsi le maniche! Ha voluto mettersi alla prova partecipando ai talent “X-Factor” e “Amici di Maria De Filippi”, pur non avendo superato le selezioni è tornato a casa con più grinta di prima.
Dopo vari live, nel 2010 ha debuttato presso il Teatro Bonci di Cesena in “Ad una voce ancora m’accompagno”, realizzato sui testi poetici di Harold Pinter, che vinse il premio Nobel per la Letteratura nel 2005. Esibendosi negli anni ha ampliato il suo repertorio passando dal Soul, R&B, al rock, fino ad arrivare al pop e ai classici italiani. Nel 2015, grazie al suo maestro Luciano Sampaoli, diventa docente di canto presso “L’accademia Riminese delle Arti, Musica e Spettacolo”. E ora quale sarà il prossimo passo? Lo chiediamo direttamente al nostro giovane artista.
PERSONALMENTE, COSA PENSI DEL PANORAMA MUSICALE ATTUALE?
<<Penso che ogni generazione abbia i propri idoli. I tempi corrono, cambiano, migliorano, così come i generi musicali. Qualunque nuovo genere dovesse arrivare, è giusto che arrivi, siamo in continua evoluzione.>>
RITIENI DI POTERTI INSERIRE TRA LE NUOVE GIOVANI PROMESSE MUSICALI?
<<Bella domanda! Io so di essere bravo e di amare quello che faccio. Lascio il giudizio agli altri, alle persone che mi ascoltano. Sinceramente però credo di potermi ben inserire.>>
DICIAMOCELO, CON I VARI TALENT EMERGONO CONTINUAMENTE TANTI GIOVANI TALENTI. COSA TI DISTINGUE DALLA MASSA? PERCHÉ PENSI DI ESSERE DIVERSO?
<<Cerco di interpretare sempre quello che canto. Per esempio ogni cover cerco di farla mia, di darci un tocco personale cosicché quando mi sentono cantare capiscono subito che è Mattia Di Bernardo a cantarla, anche se la canzone è di un altro. Spero che mi possa contraddistinguere dagli altri il fatto che metta molta personalità in quello che scrivo, nel modo in cui lo canto soprattutto. Ribadisco che sarà sempre il pubblico ad avere l’ultima parola, a dirmi se farò bene o male.>>
QUALI DIFFICOLTÀ RISCONTRI NEL CAMPO MUSICALE?
<<Personalmente auto produrmi, poiché costa veramente tanto; costa tantissimo arrangiare un pezzo o realizzare un videoclip. Quindi posso dire che il problema più grande sia quello economico, per una persona che si auto produce. Alla base di tutto serve comunque sia il talento che l’impegno, se si vuol fare un bel lavoro.>>
PRATICAMENTE CANTI DA SEMPRE. PARLACI DELLE TUE PRIME ESIBIZIONI
<<La mia prima “esibizione” l’ho fatta all’età di sei anni alla fiera di paese. Non ricordo nulla. Sono stati i miei genitori a raccontarmi che salivo sul palco durante il “break” e cantavo. Probabilmente mi limitavo ad un “la la la”. Se parliamo delle mie prime esibizioni serie, il mio primo live fu al “Bonci” di Cesena a diciannove anni, spinto dal mio maestro Luciano Sampaoli, ora direttore dell’accademia in cui insegno canto moderno. È stata una grandissima esperienza. Ho dovuto canzonare delle poesie del poeta Harold Pinter. Praticamente ho inventato la melodia, dirigendo i miei insegnanti per l’esibizione. È stata una sfida, sia cantare bene davanti ad un teatro pieno di persone, sia inventare una melodia dal nulla sulla base di una poesia.>>
QUEST’ANNO È USCITO IL TUO PRIMO BRANO, SCRITTO E ARRANGIATO DA TE. PARLACENE.
<<È il mio primo singolo, composto interamente da me. È nata per caso. Era Febbraio e fuori nevicava, non potendo uscire di casa decisi di voler scrivere una canzone. Mi sono messo giù e ho pensato a me. Penso che una canzone debba parlare di qualcosa di vero, perché la gente percepisce quando c’è qualcosa di costruito giusto per essere venduto o piaciuto. Non pensavo che uscisse fuori questo brano e che piacesse così tanto. Pensa che l’ho scritta in venti minuti. A me succede così principalmente: quando scrivo una canzone la finisco nel giro di mezz’ora, al massimo posso rivederla per modificare una parola.>>
SIAMO CURIOSI: CHI TI HA ISPIRATO QUESTE BELLE PAROLE?
<<La mia ex ragazza. Ho ripensato alla nostra relazione e ho voluto ricordare molti aspetti positivi.>>
INVECE A LIVELLO MUSICALE?
<<Ovviamente se ripenso al primo cantante che mi ha fatto capire di poter cantare, è Tiziano Ferro sicuramente. È stato il primo cantante che ho ascoltato e imitato, facendomi capire di essere intonato. Anche Eros Ramazzotti mi ha ispirato tanto. Dopo di loro è nata la curiosità di estendere i miei orizzonti a musica inglese, americana, tra cui i Blue. Grazie a loro vinsi una coppa alla competizione musicale organizzata dalla parrocchia, nel periodo in cui frequentavo le medie.>>
SAPPIAMO CHE HAI PARTECIPATO A DEI TALENT: COM’È ANDATA?
<<Poco prima dei miei sedici anni ho partecipato ad X-Factor, allora c’era Mara Maionchi. Mi ricordo che il provino andò benissimo perché lei mi lasciò il suo numero di cellulare e mi chiese di richiamarla il giorno dopo. Lo feci, mi disse che avevo talento, di continuare a cantare, di iniziare a scrivere e a suonare, cosa che ancora non sapevo fare, o meglio suonavo musica classica ma non mi accompagnavo alla voce. Questo dopo che fui squalificato perché non avevo ancora compiuto i sedici anni e poi comunque c’èra della gente molto più esperta e più brava di me. In ogni modo è stata una bella esperienza. A diciotto anni tentai con “Amici”. Persino Beppe Vessicchio e Rudy Zerbi mi trattarono molto bene e mi dissero che gli piacevo ma secondo loro ero ancora “acerbo” ma di continuare a studiare poiché le capacità musicali le avevo, dandomi la spinta per continuare.>>
TI RIPROPORRESTI IN FUTURO O HAI ALTRE AMBIZIONI?
<<Uno dei miei obiettivi è partecipare a Sanremo giovani perché offre delle opportunità interessanti per i giovani cantanti emergenti come me. Non escludo un possibile ritorno ad X factor oppure “amici di Maria De Filippi”.. le strade sono tante.. bisogna soltanto scegliere.>>
CHE COSA CONSIGLIERESTI AD UN RAGAZZO CHE HA IL TUO STESSO SOGNO, RIPENSANDO ANCHE AL TUO PERCORSO?
<<Cosa potrei dirgli… Adesso mi immagino di avere un mio allievo qui di fronte che mi porge questa domanda: “Maestro, come posso fare ad emergere?”. Gli risponderei sicuramente che il primo modo è copiare, ogni cantante canta copiandone un altro, però ad un certo punto, dopo un po’ che studia e ascolta deve capire cosa gli piace ed iniziare a metterci del suo. Io ho copiato fin da bambino, ad un certo punto poi ho iniziato a metterci del mio. Non è facile, è un processo che però richiede di imitare gli altri. Non c’è altra strada secondo me.>>
ORA TIRIAMO FUORI IL TUO LATO MENO MODESTO: COM’È INIZIARE AD ESSERE CONTATTATO E SEGUITO SUO SOCIAL DA PERSONE CHE AMMIRANO QUELLO CHE FAI? O ADDIRITTURA ESSERE FERMATO PER STRADA? CHE SENSAZIONE TI DA?
<<All’inizio non te lo aspetti, perché ti arrivano quei messaggi in cui ti scrivono che gli è piaciuta e sei quasi incredulo ma entusiasta, come se fossi al tuo primo giorno di scuola. Ero entusiasta proprio in quella maniera. Dopo un po’ dal mio messaggio ne arriva un altro, poi due, poi cinque, poi dieci, dopodiché arrivano i diversi commenti, ed inizi a capire che quello che stai facendo piace, quindi il riscontro sarà sempre dalla parte del pubblico, dei follower, chiamali come vuoi, saranno loro a dirti se stai facendo bene o male, secondo me. Sono loro il tuo capitano di bordo. È una bella sensazione, perché ti fa capire che stai facendo bene. Non so descriverla, ripeto: è una bella sensazione. Non è palpabile, non la puoi toccare. Nell’era dei social è bellissimo poter comunicare con tantissime persone contemporaneamente ed è una bellissima cosa, anche se preferisco di più quando è una persona fisica che mi guarda in faccia a dirmi queste cose.
SE NON RIUSCISSI A REALIZZARE IL TUO SOGNO, CHE COSA FARESTI? QUAL È IL TUO PIANO B?
Non ho un piano B, perché ci riesco. Sono sicuro di riuscirci.
Dovete sapere che il giovane artista non si limita soltanto ad esibirsi; un po’ come Bruce Wayne ha una seconda faccia, infatti le mattine lavora al panificio “Santolini” dei suoi genitori a Miramare. Chissà se è bravo al forno quanto a cantare. Ringraziamo Mattia per averci dedicato il suo tempo e per i suoi consigli e speriamo di vedere presto realizzati i suoi sogni.