POLLINI, UN’ALLERGIA TRASCURATA. SERGIO E FABIOLA PASOTTI SPIEGANO. I casi di pollinosi sono in drastico aumento, ma il modo per curarsi c’è: basta non ignorare il problema

 POLLINI, UN’ALLERGIA TRASCURATA. SERGIO E FABIOLA PASOTTI SPIEGANO.  I casi di pollinosi sono in drastico aumento, ma il modo per curarsi c’è: basta non ignorare il problema

Ah, la primavera! Giornate lunghe, temperature miti, tutti sembrano più allegri e il vento, quando soffia, è gradevole sulla pelle. È lo stesso periodo dell’anno in cui, fateci caso, chi produce fazzoletti di carta può permettersi l’auto nuova: è il periodo dei pollini. Negli anni cinquanta, si stimava che l’uno per cento della popolazione fosse allergica ai pollini. Oggi siamo attorno al 20 per cento. L’allergia ai pollini è una delle patologie più trascurate da chi ne soffre: basta prendere uno spray, un antistaminico, non andare al parco e dopo sei mesi non dovrà più pensarci. In realtà la pollinosi (questo è il nome della patologia) ha delle conseguenze ben più importanti del prurito al naso. Ne abbiamo parlato con una coppia di dottori: Sergio e Fabiola Pasotti, padre allergologo e figlia specialista in malattie dell’apparato respiratorio, ci hanno spiegato quanto segue.

Dottore, cosa sono i pollini e quali piante producono quelli che favoriscono l’allergia?
I pollini sono gametofiti maschili delle piante a fiore e la pollinosi è l’allergia causata da questi. In particolare, le piante che ci interessano sono le graminacee, come grano, gramigna, avena; le oleacee, come ulivo, frassino, ginestra; le cupressacee, come ginepro e cipresso. Altre piante che fioriscono da maggio- luglio fino a ottobre sono la paretaria e l’assenzio.
(Sergio)

Cosa comporta l’allergia ai pollini?
Le persone allergiche hanno una reattività esagerata ai pollini, determinata geneticamente e ereditata dai genitori. Nelle persone interessate, l’allergia procura a livello nasale un’infiammazione locale, una rinite, che si manifesta con starnutazione multipla, secrezione di liquido (rinorrea) e prurito intenso al naso, tanto che la persona deve strofinarselo continuamente e sulla punta si manifesta un solco noto come saluto dell’allergico. Anche gli occhi sono interessati con rossore, prurito e fotofobia.
(Sergio)

Quindi l’allergia crea solo dei fastidi stagionali?
No. Spesso le persone non vanno dal medico, pensano che basti un antistaminico. La malattia, perché di questo si tratta, se non curata bene e non diagnosticata progredisce. Nella cosiddetta marcia allergica si può arrivare ad una sinusite cronica, ad una rinite cronica atrofica e, quel che è peggio, a un asma bronchiale allergico. L’asma bronchiale è una delle malattie più diffuse al mondo e metà dei casi sono di origine allergica. È una malattia infiammatoria delle vie aeree che porta a una riduzione del flusso respiratorio. I sintomi sono: attacchi di dispnea, costrizione toracica e respiro sibilante. Vengono colpiti prevalentemente i soggetti tra i 3 e i 30 anni ed è la prima causa di ricovero pediatrico. È facilmente diagnosticabile attraverso la spirometria, che valuta la funzionalità bronchiale, ma anche lo stesso paziente può fare un esame clinico poiché i sintomi si manifestano in presenza del fattore allergenico.
(Fabiola)

Ci sono terapie che possono curare definitivamente l’allergia e le sue complicazioni?
Come già detto, l’allergia è determinata da un fattore genetico, perciò non esiste una cura definitiva. C’è però una terapia che, pur necessitando di richiami periodici, può debellare il problema: l’immunoterapia specifica. L’allergologo fa un prick test, ovvero pone sugli avambracci delle gocce di estratti e con una punta di plastica punge ogni goccia e la pelle sottostante. Se si è allergici a uno o più estratti, dopo quindici minuti compare un gonfiore detto pomfo e un rossore detto eritema. In base alla grandezza di questi si stabilisce in maniera semi-quantitativa l’entità della reazione allergica. Evidenziato il set di allergeni, ne si farà con gli stessi un vaccino che verrà iniettato in maniera programmatica creando una tolleranza; una persona allergica, cioè che reagisce esageratamente a un determinato polline, inizierà a reagire in maniera normale. È una terapia efficace, che a volte riesce addirittura a eliminare definitivamente il problema, ma se anche fosse necessario fare un richiamo ogni dieci anni non è pocopensare che per quel periodo non si soffrirà più di rinite e asma.
(Sergio; Fabiola)

Lei ci ha detto che i casi di allergia ai pollini sono aumentati notevolmente. Come si spiega questo?
I fattori possono essere tanti, ma certamente uno dei più determinanti è l’inquinamento atmosferico. L’inquinamento modifica i pollini rendendoli più attivi e danneggia la mucosa nasale, facilitando il passaggio dei pollini. Nello specifico, è il particolato del motore a diesel a creare più danni. Un altro fattore importante è l’errata abitudine di piantare cipressi e altre piante della stessa famiglia con scopi ornamentali in giro per le città, nei giardini, senza considerare i disagi che possono creare. Basti pensare che quando le cupressacee si ammalano producono una quantità di pollini cinque volte superiore al normale; negli ultimi 15 anni le allergie da cipressi sono aumentate del 100 per cento. Addirittura in Francia, i sindaci fanno firmare un documento che vieta la piantagione di cupressacee, altrimenti non danno il permesso di costruzione. Insomma, mi rendo conto che la pollinosi non sia un problema che gira intorno a grandi economie e che quindi non si senta il bisogno di fare qualcosa di concreto per risolverlo, ma non va sottovalutato. Io stesso ho fatto diversi appelli, senza ottenere risultati. Speriamo che mia figlia possa portare avanti questa campagna di sensibilizzazione meglio di me.
(Segio)

Daniele Olivieri

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