QUEL CHE LA MUSICA TRASPORTA DALLA NIGERIA ALLA ROMAGNA, IL PERCORSO MUSICALE DEL GIOVANE DEVON

 QUEL CHE LA MUSICA TRASPORTA DALLA NIGERIA ALLA ROMAGNA, IL PERCORSO MUSICALE DEL GIOVANE DEVON

La celebre frase di George Orwell, “Tutti sono uguali, ma c’è chi è più uguale di altri”, trova forse oggi più che mai un reale riscontro. Siamo tutti uguali, senza distinzione di razza o religione, tutti pronti a profonderci in un abbraccio caloroso per chiunque ne abbia bisogno. Eppure, per ogni persona uguale a noi verso cui volgiamo lo sguardo, ce ne sono migliaia che schiviamo volontariamente. Solidarietà e amore hanno sempre meno spazio, e vengono sostituiti da indifferenza e sospetto, soprattutto verso chi è “meno uguale”. “But there’s still a light”, c’è ancora una luce. C’è ancora qualcuno che crede nel valore dei sentimenti e nella forza della coesione tra uo- mini. Potremmo fare nomi eccelsi e illustri, ma racconteremo la storia di un ragazzo romagnolo. Ha una bella “S” scivolosa, vive in Italia, ha origi- ni nigeriane ed è un musicista. Si chiama Devon e noi vogliamo farvelo conoscere.

CIAO DEVON! CI RACCONTI QUALCOSA DI TE E DELLE TUE ORIGINI?
Sono nato in Nigeria, a Benin City. Sono l’ultimo di quattro figli. A 18 anni mi sono trasferito a Lagos, ex capitale del paese. Ho studiato per diventare chirurgo, finché non ho capito che non era quella la mia strada. Sono cresciuto in una situazione di povertà estrema, e da questa ho compreso l’importanza di guardare oltre le cose materiali per riconoscere il valore essenziale delle persone. Una consapevolezza che mi ha spinto ad amare e volere il contatto col prossimo, perpoter affrontare insieme le difficoltà della vita, e ha reso chiara la mia missione: essere un ponte tra sogno e realtà per le persone, principalmente quel- le meno fortunate di me. E così ho scelto la strada della musica. Nel 2008 sono partito dalla Nigeria per seguire la mia passione e nel 2010 sono stato accolto dalla Romagna. Ormai mi considero un Nigeriolo (metà nigeriano, metà romagnolo), e mi sento fortemente legato a questa terra, che mi ha dato il primo assaggio di Europa e ha reso il mio percorso musicale un’avventura, fatta di amore, speranza e passione. A darmi forza c’è anche la fede: tutto ciò che sono oggi è un risultato della mia interazione con Dio.

QUAL È STATO IL TUO PRIMO APPROCCIO CON LA MUSICA?
Sono sempre stato a contatto con la musica. Mia madre, come tante madri africane, cantava sempre mentre lavorava o si prendeva cura di noi, e quando lo faceva sembrava sempre felice. Da piccolo ascoltavo il coro della chiesa della nostra città, nel quale mi sono anche inserito successivamente, e questo mi ha fatto innamorare della musica. Inoltre ero affascinato dagli strumenti musicali: trovavo surreale la bellezza dei suoni creati dal semplice tocco su un tasto o una corda. Da quando ho intrapreso questo percorso, non sono più tornato indietro.

COME HAI INIZIATO LA TUA CARRIERA DA MUSICISTA E QUAL È STATA LA TUA ESPERIENZA PIÙ IMPORTANTE?
Ufficialmente nel 1999, quando ho aperto una casa discografica in Nigeria insieme a mio fratello Smyl e due cugini. Con Smyl e un cugino abbiamo poi iniziato a suonare: ci chiamavamo “The Mysthrees” e con loro ho avuto la mia prima esperienza professionale come cantante.
Poi il gruppo si è sciolto e mi sono concentrato sulla produzione fino al mio arrivo in Italia, dove ho iniziato la mia carriera da performer. Ad oggi, direi che l’esperienza più importante che ho fatto è stata suonare l’anno scorso al Rototom Sunsplash a Benicassim, in Spagna. È uno dei festival reggae più importanti del mondo, il più grande d’Europa; suonare su quel palco dopo aver vinto il primo posto al concorso “Arezzo Wave goes to Rotoom” è stato un traguardo chiave.

TRA QUALI GENERI MUSICALI AMI SPAZIARE E QUALE PREDILIGI?
Tutti i generi musicali per me hanno qualcosa di particolare e per questo vado un po’ dappertut- to. Spazio dal Blues, Jazz, fino al Metal.. Ora sto entrando più profondamente nel mondo della musica reggae, perché porta lo spirito della rivoluzione con la quale mi identifico molto. Io sono così: Se è musica, mi piace sperimentarla.

HAI GIRATO MOLTO PER L’ITALIA? CHE RISCONTRO HAI AVUTO DAL PUBBLICO?
Grazie a Dio che ha portato delle persone meravigliose sulla mia strada, ho girato molto l’Italia dal sud al nord, incontrando una diversità pazzesca! Devo dire che il riscontro è sempre stato positivo, a volte di più e a volte di meno, ma sono riuscito sempre a trasmettere un amore particolare per la musica e la vita alle persone.

CI RACCONTI QUALCOSA DELLE TUE PRODUZIONI?
Come solista non ho mai registrato un album, ma ho lanciato 4 singoli e ne ho in mente qualche altro. Il primo è stato “This loving heart”, che rispecchia il mio lato romantico (sì, ammetto di esserlo). Con il mio ex gruppo “The Tocsins”, abbiamo lanciato un EP qualche anno fa. Quest’anno, dalla collaborazione con un Dj milanese è uscito l’album “Still”, che mi sta facendo girare molto anche all’estero. Attualmente sto invece lavorando su diversi progetti che usciranno a breve, sia con il mio gruppo reggae “Devon and the Jah Brothers”, sia come solista, sia con altre collaborazioni.

 

Daniele Olivieri

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