RAGAZZI! OH OOH! TUTTI QUI DAI! L’oasi di Riccione 151, la spiaggia nascosta del surf e della vela

Sul viale parallelo al lungomare di Rimini, nell’ultimo tratto prima di entrare a Riccione, è possibile notare sulla sinistra le vecchie colonie abbandonate dove i bambini venivano mandati a passare le vacanze estive negli anni del regime fascista.
Sottolineo “è possibile”, perché con l’abitudine a passarci davanti si tende facilmente a tenere lo sguardo fisso sulla strada per non vedere lo stato di decadenza in cui versano.
Un peccato, tanto per la storia che puntualmente viene dimenticata, quanto per ciò che le colonie celano alla vista: il mare e la sabbia fine della costa. Dietro l’ultimo di questi edifici in rovina, circondata da una vasta zona di sabbia non contaminata dalla solita, claustrofobica massa di ombrelloni, c’è una piccola oasi – così la definisce Valentina – dove ogni anno una numerosa famiglia si riunisce per godersi in armonia la pace del mare e il piacere degli sport praticati fra le onde.
Riccione 151 nasce per essere questo prima di tutto: una famiglia e un luogo di ritrovo. In realtà stiamo parlando di un circolo velico dove si praticano vela, windsurf, kitesurf, surf da
onda, Sup e altri sport velici, gestito da Claudio, il titolare, da suo fratello Franco e dalla solare Valentina, la “mamma” del gruppo. Insieme a Claudio e Franco, anche Francesco fa parte degli istruttori che accompagnano in acqua i bambini e i ragazzi della scuola. Sono proprio loro, il nutrito gruppo di giovani dalle età più diverse, l’anima della famiglia.
Molti sono del posto, altri arrivano tutte le estati da città che non si svegliano con l’alba sul mare, altri ancora sono stranieri mafrequentatori fissi da diversi anni.
Fra loro c’è Riccardo, un vispo ragazzo di 13 anni che da due anni studia e vive in Inghilterra. D’estate Riccardo torna a casa e ha voluto raccontare il motivo per cui decide di trascorre le sue giornate al Riccione 151: “Mi piace venire qua tutte le estati perché è divertente e mi sento in famiglia. Qui facciamo vela, stiamo con gli amici e giochiamo a calcetto e rugby. Valentina è tipo la mia mamma, mi aiuta sempre. Franco invece è un ottimo istruttore, mi sta insegnando il windsurf, non sono ancora esperto, mentre con vela me la cavo bene, ho fatto anche delle gare in Inghilterra.”
Sport, divertimento e anche lezioni teoriche, perché per andare in mare in sicurezza bisogna conoscerlo a fondo.
I ragazzi sanno quindi già fare le previsioni meteo marine, vengo messi a contatto con la cultura marinara anche attraverso i racconti e le esperienze di figure competenti come Stefano Muccioli, vogatore e vincitore di diverse regate, che ha spiegato l’obiettivo principe della scuola: “La vela è anche una scuola di vita, non c’è una competizione estrema come in altre discipline. Cerchiamo di far capire che sia a terra che in acqua bisogna essere governati da un sentimento positivo e di solidarietà. Il mare può essere pericoloso, quindi in acqua ci si dà una mano anche se si è concorrenti. Questa è la prima regola e la più importante.”
Riccione 151 si trova sul mare. C’è molto spazio e l’aria è pulita, le famiglie possono far crescere i figli e gli adulti possono concedersi del tempo da dedicare agli sport velici, grazie al servizio di rimessaggio offerto. Infatti la colonia alle spalle della scuola è l’unica ad essere ancora in buono stato, proprio perché viene utilizzata per riporre tutte le attrezzature necessarie per andare in mare. I clienti fissi possono quindi lasciare le loro tavole al sicuro e scendere comodamente in spiaggia quando, attraverso la webcam collegata al sito internet di Riccione 151, vedono delle buone onde.
“Si va in acqua molto di più in inverno che in estate”, spiega Valentina. “I nostri associati possono scendere in spiaggia quando vogliono e avere tutto l’occorrente a disposizione. Inoltre d’inverno proponiamo anche altre attività per i giovani. Per esempio l’anno scorso li abbiamo portati a fare lezioni di skateboard e gite in mountain bike. Siamo un gruppo unito, i ragazzi crescono insieme e ci piacerebbe riuscire a sistemare la colonia per farla rivivere nel suo ruolo storico. Per ora è una speranza, ma chissà in futuro. Di certo, questo è un posto che potrebbe piacere a molti.”
Un angolo di spiaggia nascosto che indubbiamente non fatica a farsi apprezzare.
Riccione 151 ha quindi creato una comunità, insegna a bambini e ragazzi interessati come approcciarsi agli sport velici, e ha anche avuto un ruolo importante nella riqualificazione di una zona che da tempo non metteva in mostra altro che lo sfascio e l’indifferenza di chi avrebbe dovuto occuparsene. Su questi temi si è espresso Franco, istruttore federale di windsurf e vela: “Questa era una zona abbandonata e un po’ malfamata, basta vedere in che stato sono le altre colonie. Creare qui un’attività come la nostra ha portato turismo, altri bagnini hanno aperto lasciandoci comunque il nostro spazio. Abbiamo purificato la spiaggia, molti ci dicono che sembra di essere in California. Io stesso pensavo che fosse impossibile praticare questi sport da noi, ma l’esperienza e alcuni esempi di eccellenza, come Gaia Benzi e Riccardo Marca, campioni di windsurf che sono passati da qui, mi hanno fatto ricredere. L’unica cosa che ci dispiace è la poca attenzione che le amministrazioni hanno per la cultura marinara. Siamo una città di mare, così come in montagna tutti sanno sciare, da noi tutti dovrebbero sapere andare in barca e nuotare. Noi ci muoviamo in questo senso. Insegnare ai bambini non è sempre facile, hanno una soglia dell’attenzione bassa e a volte occorre essere anche severi. Ma quando vedi che si appassionano, che cominciano a imparare, che sono loro i primi a venire da te per saperne di più, allora lì c’è tanta soddisfazione.”
Soddisfazione è anche trovare chi riesce a dare il dovuto spazio alla crescita valoriale dei giovani. È un lavoro ricordare e insegnare ai giovanissimi che la realtà non ruota intorno a un profilo social, che le relazioni vanno vissute all’aria aperta, che tendere la mano non fa rallentare la corsa, che se c’è un motore inarrestabile quello è certamente il fuoco vivo di una passione. È un lavoro, ma anche un piacere.
Così come è un piacere vedere che al grido di “Ragazzi! Oh ooh! Tutti qui dai!”, un gruppetto di facce divertite si riunisce di corsa ai piedi dell’istruttore per stare insieme e imparare qualcosa sul mare, sullo sport e sulla vita.