RECENSIAMO – ESCO COSì MI PERDO (Matteo Razzini e Sonia Maria Luce Possentini – edizionicorsare)

«… per trovare quello che cerchi occorre fatica, determinazione e amor proprio»
Quanto ci vuole a far capire che la ricerca della propria identità richiede fatica, determinazione, coraggio e sincerità?
Quanto ci vuole a far capire che avere delle particolarità, non essere uguali a tutti gli altri, uscire dagli schemi e non rientrare in modelli fissi, sono tutte cose che vanno bene? Che non per forza bisogna essere o avere dei sosia? Quanto ci vuole per far capire che per ritrovarsi bisogna prima perdersi?
Ci vogliono trentadue pagine.
Esco così mi perdo, scritto da Matteo Razzini e illustrato da Sonia Maria Luce Possentini, vincitore nel 2011 del premio Andersen e trasformato in opera teatrale, è una storia buffa che nasconde una grande verità: le nostre diversità sono la nostra unicità, nasciamo unici e tali dovremmo rimanere.
Esco così mi perdo racconta di François Baul e Jean Pierre Trombon, du amici che vivono in una vecchia e polverosa soffitta errante, che ogni notte si sposta su un nuovo tetto di non si sa quale paese del mondo. François Baul è un cercatore di oggetti e un raccontatore di storie che vive tra i bauli, i cassetti e le valigie della vecchia soffitta, convinto che ogni oggetto abbia una storia da raccontare. Jean Pierre Trombon, suo vecchio amico, è invece un girovago dormiglione sempre pronto (più o meno) ad ascoltarlo. Una volta l’anno François Baul decreta “il giorno delle pulizie” e sceglie un oggetto del quale raccontare la storia. Esco così mi perdo è quella di Pedalino, un calzino speciale nato spaiato e per questo rifiutato da tutti, compresi i suoi genitori, Re e Regina di Calcea. Pedalino che sa di essere unico e non vuole per nessuna ragione al mondo restare con chi non lo accetta, decide di andarsene e affrontare con coraggio e determinazione libertà e solitude. Incontrerà scarpe terribilmente spaventose e calzini per bene, fino a che non si troverà tra le braccia di un bambino che gli farà capire il vero significato dell’amore.
Pedalino, che in questa storia è alla ricerca della sua vera identità e riconosce la propria unicità nonostante quella che sembrerebbe essere una disabilità, trova il suo posto nel mondo e incontra l’amore incondizionato di un bambino in grado di vedere oltre, di vedere altro, quell’altro che è ciò che lo rende unico. Esco così mi perdo ha tutti gli elementi della fiaba classica e riesce a trattare un tema importante con enorme delicatezza. Le illustrazioni riempiono pagine e occhi di bei contrasti cromatici anche non sempre danno la giusta importanza al protagonista Pedalino.
Adatto a genitori e bambini, zii e nonni, parenti e amici. Perfetto come regalo di Natale, anche in ritardo.