Riccione. Nino Galloni per l’ultima di “Senza Paura” a Villa Franceschi [Intervista a Adolfo Morganti]
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Da Sx a Dx Valerio Savioli, Nino Galloni, Adolfo Morganti
Si svolgerà domani 26 Luglio, alle ore 21:00 a Villa Franceschi di Riccione, l’ultima serata della rassegna “Senza Paura” che nelle sue prime due uscite ha riscosso un notevole successo. Una Kermesse che rappresenta una piacevole novità nel panorama “eventi” di Riccione e che si conclude domani con un personaggio illustre: Nino Galloni, economista di fama internazionale.
Abbiamo intervistato Adolfo Morganti, presidente dell’associazione Identità Europea, che è stato insieme a Valerio Savioli, ideatore e fautore dell’iniziativa.

Sig. Morganti, lei e Valerio Savioli, avete messo in piedi questa rassegna che vuole in qualche modo essere, mi corregga se faccio un analisi sbagliata, un faro sul torpore che il Covid-19 ha portato nella società. Un flagello, quello del coronavirus, che ha senza dubbio smorzato gli stimoli, i progetti, le ambizioni di molti. Una rassegna che dunque punta a smuovere le coscienze e alimentare, nutrire, quei sentimenti di consapevolezza che possano stimolare una reazione vigorosa. Capire, riflettere per poter reagire. Cosa può aggiungere su questa bellissima iniziativa?
<<Entrambi facciamo parte della medesima Associazione Culturale Internazionale, Identità Europea, fondata nel 1996 da Franco Cardini e di cui sono attualmente Presidente, avendo il piacere di collaborare con Valerio Savioli in qualità di eccellente Responsabile Area Romagna. Il lavoro svolto è stato quindi un lavoro di squadra, e colgo l’occasione per ringraziare anche la nostra Coordinatrice nazionale, la dott. Maria Cristina Ceoldo, per l’inesausta tessitura con cui ha consentito che questa iniziativa giungesse a tanto felice compimento.
Non sfugge poi a nessuno che a livello nazionale questo Ciclo di 3 incontri pubblici, che abbiamo voluto chiamare “SENZA PAURA!” sia stato fra i primi ad avere il coraggio di riscoprire il gusto e la bellezza dell’incontro diretto e personale, rompendo con la cappa plumbea delle paure che dopo il Covid 19 ancora largamente ammorbano la nostra società, e con l’illusione che il “virtuale” possa sostituire il reale.
Noi, semplicemente, abbiamo riaperto un’Agorà, una piazza in cui vita, cultura e dibattito trovano cittadinanza. E ovviamente continueremo su questa stessa strada>>.
Dopo il successo delle prime due serate in programma domenica sarà la volta di Nino Galloni che, tra le altre cose lo ricordiamo, è stato direttore generale del Ministero del Lavoro per più di un decennio. Perché sarà interessante assistere al suo intervento? Quali saranno gli spunti di riflessione che un personaggio del suo calibro potrà regalare ai presenti?
<<Sempre più emerge la consapevolezza che in Italia i peggiori danni del Covid19 con cui avremo a che fare per i prossimi anni siano ben più connessi alle disastrose modalità con cui l’emergenza è stata gestita sul piano sociale ed economico ancor più che ai costi umani e sanitari della malattia stessa (nota bene: malattia e non pandemia). Occorre un autentico coraggio per guardare in faccia i costi reali che gli italiani, da settembre in poi, dovranno tutti affrontare sulla propria. Noi ci attendiamo da un fine economista e spirito assolutamente libero come Nico Galloni, che abbiamo già avuto modo di avere come Docente nella nostra Università d’Estate, un “bilancio preventivo” non edulcorato della realtà che ci attende. E lì, ovviamente, ci misureremo>>.
Quando si parla di economia e di lavoro credo che i primi a dover essere chiamati in causa siano i giovani che rappresentano un motore importante per qualsiasi sviluppo prospettabile. Ci lasci un pensiero sui giovani. Pensa che domenica possa essere il giorno giusto, mettendosi ad esempio nei panni di un “giovane disoccupato”, per affacciarsi alla rassegna e fruire dei suoi contenuti?
<<Le sfide che la lunga crisi che in parte abbiamo alle spalle, ed ancor più avremo dinanzi, costituiscono per i nostri giovani una sfida di proporzioni erculee, che questi non possono ovviamente combattere da soli. E’ tuttavia un fatto che negli ultimi 10 anni l’occupazione giovanile è stato semplicemente un “non problema” per il potere politico, ben contento che una folta emigrazione giovanile all’estero abbassasse a costo zero numeri e pressione sociale dei giovani disoccupati. Ma ora non è più così, e Londra non è più il paradiso di migliaia di giovani che, tristemente, ambivano a trovarvi un utile posto di lavoro come lavapiatti. Ogni giovane, la sua famiglia, le nostre comunità, sono quindi oggi di fronte ad una sfida inedita: non esiste alcun posto ove sfuggire alla crisi, e i “generosi contributi” dello Stato non risolvono ovviamente nulla. Quindi tutto riparte da NOI, dalla nostra capacità di trovare un nuovo sentiero comunitario per generare idee e quindi lavoro, qui ed ora. Tutti i giovani che trovino in loro stessi la forza di non abbattersi e non si lascino andare alla dipendenza da mass media, da alcool, droghe ed alla purtroppo diffusa assenza di significato, possono trovare nei nostri incontri fior di stimoli per riprendere a lottare. Perché oggi trovare un lavoro è una lotta, che come tale va affrontata e vinta>>.
Identità Europea, di cui lei è presidente, è l’associazione culturale organizzatrice dell’evento. Qual è il focus dell’associazione e con quale prospettiva si è messa in moto su questo evento? ci sarà spazio, volontà e impegno per altre rassegne similari sul territorio?
<<La ringrazio per questa domanda. Nel 1996 il nostro Fondatore, l’insigne storico Franco Cardini, comprese come dalla crisi delle istituzioni europee sarebbe derivata una crisi “a pioggia” degli stati nazionali. Il nostro forte europeismo è quindi fatto di difesa delle identità locali e nazionali, promozione delle identità culturali e spirituali che accomunano le varie anime dell’Europa, formazione costante rivolta ai giovani, ma soprattutto ai formatori nelle scuole e nelle università: questa è la mission che Identità Europea si è data 26 anni fa. Si deve infine constatare che l’attuale spettacolo offerto dalle istituzioni comunitarie ha purtroppo comprovato la fondatezza delle intuizioni originarie di Franco Cardini (per altre info, il sito dell’Associazione è www.identitaeuropea.it; per chi voglia approfondire, il testo-base di Cardini su cui riflettere è ancor oggi Europa-Europae: storia, mito, utopia, illusione, Il Cerchio 2017)>>.

Parlando di impegno culturale come dovere etico e morale, quanto pensa che il territorio riminese, e come istituzioni e come platea di pubblico, sia attento e ricettivo ad iniziative impegnate come “senza paura” in cui si creano tavoli di confronto, mi lasci il termine, “intellettuali” volti in qualche modo a smuovere gli animi e le coscienze rispetto invece ai classici eventi della “movida” per cui la riviera romagnola è maggiormente conosciuta?
<<La tanto diffamata “movida” non è certamente il problema del riminese; semmai lo è un certo “fellinismo” superficiale e tarocco che avvolge la nostra realtà di un manto di irrealtà e semplicemente rimuove le nostre storiche ed uniche caratteristiche culturali e ambientali, spesso consegnandole ad un degrado inaccettabile. Vero è che le amministrazioni che si sono susseguite dal dopoguerra hanno fatto affermare ad un fine intellettuale di sinistra come Piero Meldini che Rimini si è caratterizzata per l’appunto per l’odio verso la propria memoria storica. Ma tuttavia il panorama non è tutto così fosco. Le sfide dell’ora presente non si affrontano certamente con la porporina fru fru di un’immagine di comunità cittadina che vive il suo momento più significativo nell’aperitivo delle 18, e sempre più persone, associazioni, ma anche piccoli e medi comuni del nostro entroterra se ne stanno accorgendo. Dal tempo degli Etruschi abbiamo secoli di storia e civiltà da riscoprire, e non per farne una mera attrazione turistica o da luna park: esse daranno lavoro e ricchezza nella misura in cui saranno amate e valorizzate. Ovviamente non da soli, ma lungo questa direzione noi faremo fino in fondo la nostra parte>>.