SEPOLTO VIVO. il Cinema Teatro “Corso” e la sua bellezza nel degrado

 SEPOLTO VIVO. il Cinema Teatro “Corso”  e la sua bellezza  nel degrado

Quando nasce la passione per la fotografia Chris?

“La fotografia è una passione che mi accompagna fin da piccolo, quando, mio padre nei weekend mi faceva armeggiare con la sua camera analogica spiegandomi i segreti per realizzare una buona fotografia.

Oggi, dopo 40 anni e milioni di scatti, mi sono particolarmente avvicinato alla fotografia urbana delle città, creando una sorta di cartoline di scorci dimenticati che non esistono più e che nel 2018 mi ha visto classificarmi secondo alla Triennale di Ferrara”.

Cos’è per te la fotografia?

E’ l’oggettivazione della mia soggettività, il momento in cui il mio modo di vedere (e quindi la mia soggettività) diventa tangibile, un’istanza oggettiva che posso condividere con gli altri. In fondo la fotografia costituisce un tentativo di cogliere quegli istanti prima che svaniscano; di fissare i ricordi per dare un senso alla vita”.

Cosa fotografi?

“Tutto, ma mi occupo principalmente di fotografia Urbex, ritrattistica e paesaggistica. “Tutto” è una parola un pò impegnativa, probabilmente qualcuno storcerà il naso, d’altra parte siamo nell’era degli “specialisti”, sembra che il mondo sia diventato improvvisamente troppo complesso perché una singola persona possa occuparsi di “tutto”. Forse è così, forse no, ma fotografare mi da l’opportunità di entrare in contatto con persone, discipline, domini di coscienza che, altrimenti, sarebbero distanti da me. Con curiosità osservo, studio, poi racconto, per questo fotografo “tutto” e più una cosa è nuova e meglio è”.

Come fotografi?

“il mio approccio alla fotografia è improntato al sentimento, non faccio pose e non seguo la tecnica, semplicemente mi muovo nell’ambiente cercando il modo migliore per raccontare ciò che sto provando, inseguo i particolari e tento di catturare i momenti unici, gli aspetti inusuali, le peculiarità d’una situazione”.

Il progetto P.L.A.I. e il tuo impegno sul campo. Raccontaci qualcosa di più.

“Sono Fondatore, Fotografo e CEO dell’“Associazione Culturale Fotografica P.L.A.I.” che annovera al suo interno un team di professionisti dedicati alla fotografia Urbex. Con l’Associazione ho avuto modo di fotografare numerosi luoghi abbandonati italiani, redigendo ogni volta un reportage specifico. Sono anche Tutor presso “Associazione Fotografica Centrale Fotografia”, fotografo freelance per testate e blog online e infine co-fondatore, vice-presidente e curatore fotografico dell’Associazione Culturale “Pesaro Segreta”, una vita piuttosto impegnata, si”.

Hai all’attivo diverse pubblicazioni.

“Si, mi sono dedicato anche a questo ambito negli anni di attività, ho realizzato varie pubblicazioni riguardanti il mio territorio con il libro “Buskers – Artisti IN strada” che racconta la vita degli artisti di strada (con focus particolare su Pennabilli) ed il Libro “Ex Corderia di Viserba – La Storia” e le mostre fotografiche su alcuni luoghi dismessi presenti tra Pesaro e Rimini (passando per gli eventi di Gradara e l’entroterra riminese)”.

Il progetto Urbex al Cinema Teatro Corso.

“L’esplorazione del Cinema Teatro Corso nasce come sempre dalla curiosità, che in questo caso specifico risale alla amia infanzia quando mio padre (riminese doc) mi portava in centro a passeggiare.

Ricordo con piacere quell’entrata old-style in legno verniciato di bianco ed il corridoio che portava al foyeur.

Quando, nel 2009, appresi che la chiusura del cinema era definitiva non nego una certa tristezza.
Ma da quel momento mi imposi che sarei tornato a fotografarlo per salvaguardare il suo ricordo e rendergli un ultimo omaggio prima che il tempo (o la speculazione) facesse il suo corso. Fu così che qualche anno fa, leggendo alcuni annunci, riuscii a contattare il proprietario che mi aprì le porte della sala.

Questa immensa (circa 1000mq) sala cinematografica e ancor prima teatro nasce per volere della Fam. Bianchini che continuerà a gestirlo fino alla sua chiusura.

Attualmente la struttura in attesa di una nuova vita inizia a risentire del tempo che passa e la speranza è quella di poter essere ripristinata e riportata a nuova vita, magari conservando la sua originale funzione.
Passeggiare per la sala impolverata, salire nella cabina di proiezione e ammirare i vecchi proiettori della Cinemeccanica non ha prezzo, soprattutto pensando a quando, da piccolino, ti chiedevi quale fosse la magia che ti faceva sgranare gli occhi sul maxischermo!”

Riminiamo

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