UNA FINESTRA SULL’ITALIA. Bologna

 UNA FINESTRA SULL’ITALIA. Bologna

Bologna: con una Vespa special verso Piazza Grande.

Bologna: con una Vespa special verso Piazza Grande.  Ho visto un posto che mi piace, si chiama Mondo.” Così dice una
canzone di Cremonini e continua “Ci cammino, lo respiro, la mia vita è sempre intorno.” Chi vorrebbe fermarsi e smettere di scoprire, viaggiare ed avventurarsi? Nessuno e nemmeno io: il viaggio continua.

Il nostro tour alla scoperta della Penisola non si ferma e saliamo su un regionale per raggiungere la città del cuore di Cesare Cremonini e Lucio Dalla: Bologna. La Grassa, la Dotta, la Rossa. Città papalina e anarchica, austera e scollacciata, amichevole e superba. Come la descrivereste? Città di passaggio per i moltissimi turisti e città universitaria per i tanti
che si fermano qui per molto tempo, ma non c’è differenza, tutti se ne innamorano in qualche modo. Amante enigmatica, misteriosa e libertina, ma anche cuore di mamma possessiva e tradizionale. Bologna racconta tante, forse troppe, storie
che la rendono ricca di vita e di Storia.
Un regionale un po’ troppo lento e puzzolente ci porta alla nostra destinazione, qui ci aspetta una guida d’eccezione, una bolognese doc. Soccia, direte! Scorgiamo l’uscita dalla stazione di Piazza Medaglie d’oro e subito ruba la nostra attenzione un pensiero triste e stupito l’orologio di destra della facciata della stazione segna l’orario (10:25) in cui il 2 agosto 1980 ci fu la strage. La nostra guida non ci fa perdere tempo e subito ci mettiamo in marcia.

I portici di Bologna sono qualcosa di magico, è così sognante incamminarsi verso il centro, ma voi sapete il vero motivo dei portici? I più spiritosi credono che a Bologna, durante una giornata di pioggia, ci si possa anche dimenticare l’ombrello. In realtà è proprio il fatto che sia una città universitaria a darci la spiegazione di questa particolare costruzione, infatti, la massiccia affluenza nella più famosa università d’Europa creò grossi problemi di spazi per gli studenti, cosicché, per necessità le case dovettero essere allargate e sostenute da arcate, creando così i famosi portici.

Eccoci in Piazza Maggiore, la “piazza grande” di Lucio Dalla, con la Chiesa di San Petronio, la statua del Nettuno, il voltone del Podestà. Per chi non lo sapesse, tante sono le curiosità, ad esempio sotto il voltone del Podestà, si nasconde un telefono senza fili, costituito dai quattro angoli della volta, nei quali, in direzione opposta, si riesce a comunicare.
Ecco spiegato il motivo per cui vedete spesso molti turisti con le teste al muro: testano la sonorità degli archi.

Un aneddoto scherzoso, che la nostra guida non riesce a tener per sé, tratta della statua del Nettuno, infatti, ponendosi alle sue spalle, tramite una prospettiva il suo indice che indica la chiesa di Piazza Maggiore, San Petronio, crea un’illusione ottica, ovvero un’erezione del Nettuno. Si dice che questo fu uno scherzo da parte di Giambologna, colui che lo scolpì, nei confronti del clero.

Bologna è una città dalle mille sfaccettature, è viva e vissuta, quanti piedi e quanti volti si saranno incrociati nei secoli su queste strade, in queste vie, è un’atmosfera così particolare che ti fa sentire parte di un tutt’uno, parte della Storia. Bologna, nel Medioevo, era collegata da mille canali, ora non possiamo più vederli, perché interrati, ma solo uno oggi attraversa la città, è l’Aposa.

Questa città nasconde tutte le sue curiosità, è assurdo come non ti bastano molte visite per conoscerla davvero, ogni volta scopri piccoli tasselli che la rendono così inaspettata. Per chi frequenta spesso Bologna sarà facile individuare i turisti, con le loro facce meravigliate, occhi spalancati sugli edifici, statue, piazze e vicoli. Ma nessuno, nemmeno i più assidui frequentatori potrà non cedere ad alzare gli occhi al cielo di fronte all’entrata di Corti Isolani. Dovrebbero esserci sul soffitto di questo luogo tre frecce conficcate, le quali raccontano diverse leggende, una di queste è la storia di una fanciulla molto generosa che per difendere un signore bolognese da tre malintenzionati, si spogliò, questi ultimi, distratti, fecero partire le loro frecce destinate al malcapitato, le quali finirono sul soffitto. Io ancora non le ho trovate, forse è colpa della miopia. Bologna non è solo tradizioni e leggende, ma soprattutto cultura, qui è nata l’Università che richiamò studenti da tutto il mondo e ancora oggi è cuore pulsante della città. È interessante, se avete tempo, visitare a Palazzo Poggi, il MEUS, il museo europeo dell’università.

Il MEUS è articolato in cinque sezioni espositive e ripercorre, in un arco temporale di oltre nove secoli, le mutevoli identità dello studente, rappresentandone caratteri e ruolo in rapporto alle trasformazioni sociali e ai mutevoli rapporti con l’istituzione universitaria.
Qui abbiamo incontrato alcuni ragazzi della Balla bolognese dei goliardi. Per chi non la conoscesse, si tratta di una vera e propria istituzione universitaria, nacque con intenti burleschi, come strumento di comunicazione politica e culturale. Il loro simbolo è il fittone, con la riconoscibile forma fallica, non farete difficoltà a riconoscerli con i loro abiti dell’epoca e i loro scherzi da burloni. Potete conoscerli direttamente dalla loro pagina Facebook: Balla de li Goliardi Bolognesi. La cultura di Bologna è anche quella legata all’enogastronomia e alla tradizione culinaria. I bolognesi ci tengono molto a ricordare che nel Palazzo delle Mercanzie è presente la vera ricetta dei tortellini, sia mai che un modenese dica il contrario!
L’intera città è ricca di ristoranti, botteghe, osterie e piccoli locali.
Ma un consiglio da vera bolognese è un aperitivo al Mercato di mezzo. Mentre, se avete voglia di portare un po’ di Bologna con voi, i tortellini più speciali potete trovarli in una delle botteghe più conosciute che è la Salsamenteria bolognese Tamburini dal 1932.
Anche se i migliori tortellini per un bolognese rimangono quelli della nonna.E come la loro forma riconoscibile, anche tu Bologna, sei un ombelico…l’ombelico del mondo.

Ilaria Ferrari

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