UNA FINESTRA SULL’ITALIA. PARMA

Da un anno a questa parte sono stata invasa da notizie, sui social e su alcuni blog che seguo, di semplici donne che viaggiano sole: zaino in spalla, coraggio, spirito di addattamento e via.
Si parte.
Sono rimasta affascinata da tutta quest’intraprendenza, ecco perchè ho deciso di dedicarmi all’argomento.
Nella realtà in cui vivo quest’esperienza meravigliosa non è ancora molto diffusa, non dovremmo perdere l’occasione di perderci (scusate il gioco di parole) per poi ritrovarci, quante cose si possono imparare sia del luogo e soprattutto di se stessi, quantaFORZA si acquisisce nell’osservare la nostra identità che si modifica. Si amplia.
Viaggiare da sole vuol dire non solo imparare a convivere con la solitudine e a cavarsela in occasioni sempre imprevedibili.
Significa soprattutto imparare a fare amicizia con i luoghi in cui capita di ritrovarsi, per scelta, per caso, per lavoro, per studio, per fuga…e con quello che questi luoghi si tengono dentro.
Marzo 2017
Mi arriva un’email da un grande tour operator che crea ottimi pacchetti viaggio, che comprendono sia volo che pernottamento a buoni prezzi; la mia attenzione ricade sulla cittadina di Sofia in Bulgaria.. Mi dico: “prenoto questo viaggio!” Cosi, di getto, senza pensarci … ma poi mi fermo e mi chiedo.. Se dovessi affrontare un viaggio da solitaria quali sono i piccoli passi che dovrei fare prima della partenza? sarebbe sicuro per una ragazza viaggiare sola? E se ho problemi come li gestisco?.. Dopo questa serie e altre domande le mie dita non cliccano più su “acquista” pacchetto, ma sulla “x” in alto a destra per chiudere la pagina. Chiudendo la pagina internet, chiudevo una parte di me, la parte sognatrice quindi ho deciso di affrontare un viaggio da sola in Italia, cosi da “farmi le ossa”, per poi esser pronta a diventare “Phileas Fogg“, protagonista del celebre romanzo “Il giro del mondo in 80 giorni”.
12 Marzo, ore 10.00, il macchinista annuncia il nostro arrivo nella città di Parma, in Emilia Romagna.
Esco dalla stazione, e mi chiedo “e ora?”, per fortuna prima di partire mi ero documentata sulla città per sapere, cosa vedere, cosa fare, cosa mangiare e in quale zone della città è sconsigliato andare in determinati orari della giornata.
Inizia la mia avventura, fuori dalla stazione, un grande spiazzale, proseguo sempre dritto finisco per perdermi per ritrovarmi, poi, nella piazza della Pace, un’enorme piazza verde che ospita il palazzo delPilotta,uncomplessomonumentalenatoattorno alla fine del ‘500 come appendice del vicino Palazzo Ducale.
La prima parte a essere costruita fu quindi un “Corridore” di collegamento con un cortile dove i
soldati spagnoli giocavano spesso alla “Pelota“, da cui il nome. Adesso questo palazzo ospita la ricca collezione dei Farnese.
All’ingresso del palazzo, ci sono delle scale monumentali (mi sentivo una principessa mentre le percorrevo) che portano al piano superiore dove c’è il Museo Archeologico Nazionale, il Teatro Farnese, la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale e il Museo Bodoniano.
Il Teatro Farnese, fu costruito fra 1616 e 1618 nell’ala meridionale, serviva al duca Ranuccio I Farnese per festeggiare la sosta a Parma di Cosimo II de Medici. Per l’epoca in cui è stato costruito, il teatro è un esempio di creatività e tecnica: l’impianto scenico era mobile, i personaggi potevano essere calati dall’altro e c’era un ingegnoso sistema per l’allagamento scenico della cavea, dove si svolgevano battaglie navali (naumachia).
Il mio giro continua, nella Galleria Nazionale, dove sono rimasta folgorata dal dipinto “la schiava turca” di Parmigianino. È stato piacevole essere in una galleria ricca di opere d’arte sola, mi ha permesso non solo di soffermarmi su ogni descrizione delle opere ma anche di ASCOLTARE i commenti di altri curiosi come me. Mi soffermo sul verbo ascoltare, perché sì, quando si viaggia soli si attivano tutti i sensi, ci si può focalizzare più sulla vista dei colori, sull’odore e ascoltare il suono che ogni luogo possiede.
Il mio viaggio continua con una passeggiata rilassante aldilà del ponte che collega il palazzo del Pilotta al parco Ducale, un grande parco verde.
Sono le 13.30, e nonostante faccia sempre un’abbondante colazione, sento il ruggito del mio stomaco che mi chiama all’appello, quindi mi chiedo come domare questo leone dentro-pancia.
La risposta? Un tagliere di prosciutto di Parma, salame di felino (un salame morbido fatto nel paese di Felino) con scaglie di Parmigiano Reggiano. Mentre assaporavo ogni gusto di Parma, ammetto di essermi sentita un po’ in imbarazzo, in un primo momento, ad esser seduta da sola ad un tavolino in un ristorantino tra piazza della Pace e piazza del Duomo; quindi in attesa del primo, prendo nota di quello che sento, odori e sapori.. arriva il mio primo: anolini in brodo di manzo e di cappone, hanno un ripieno composto di sugo ristretto di stracotto, che secondo una antica ricetta dovrebbe essere di asinina, di Parmigiano stravecchio, di pan grattato, di uova e di noce moscata.
Il mio tour solitario prosegue in Piazza Duomo con a sinistra il Battistero, in marmo rosa di Verona, di forma ottagonale, decorato da uno zooforo, un grande anello con animali reali e fantastici. Tutto l’esterno è un racconto per immagini: la vita di Gesù e di Maria, del Battista, la morte e la resurrezione, così come le decorazioni della cupola interna raccontano una Gerusalemme dopo la fine del mondo, con gli apostoli e gli evangelisti.
Un piacere per gli occhi; mentre sulla destra il Duomo e il palazzo vescovile.
Proseguo la mia avventura per la via dei negozi, che mi porta in una buonissima gelateria, e in Piazza Garibaldi, dedicata al patriota. L’aspetto attuale della Piazza è il risultato di diversi momenti costruttivi, che hanno visto via via disporsi in quest’area le principali sedi del potere comunale. Alla piazza del potere religioso andava pian piano a contrapporsi quella del potere politico.
Spostandoci un pò fuori Parma città, a Fontanellato, troviamo il labirinto del Masone, che gode di nomea come più grande labirinto del mondo; sette ettari di trappole, bivi e vicoli cechi ad opera di Franco Maria Ricci.
Non ci resta che “perderci” sia in questo labirinto che metaforicamente nella nostra vita perchè chi ha il coraggio d’essere diverso, chi ha il coraggio di osare, chi ha il coraggio reale di inseguire i propri sogni.. vince, è meritevole di Gloria.