“Verso Est” In moto da Riccione a Tokyo. Un viaggio, un libro, un progetto di solidarieta’

Ma se una mattina vi svegliaste e scopriste di poter realizzare il viaggio dei vostri sogni, dove andreste? L’aria di Riccione di fine estate, alle 8:45 di mattina, è di un fresco che punge la pelle. Arrivo in anticipo di qualche minuto all’appuntamento, parcheggio poco distante dal bar che Valerio mi ha indicato nel messaggio e decido di fare un cosa che non ho mai fatto prima: comprare un gratta e vinci. Stamattina mi sento di dover tentare la fortuna con l’unica moneta da due euro che ho nel portafogli. «Quale?» mi chiede la tabaccaia mentre ruggisce di sonno «Oddio, non saprei. Quello a destra, grazie». Pago, esco e davanti alla caffetteria vedo un ragazzo che si guarda intorno in cerca di qualcosa, o forse di qualcuno. Infilo in gratta e vinci nella tasca dello zaino rimandando a più tardi il tentativo di fortuna e alzo il braccio in segno di saluto, «Ciao! Arrivo!» urlo, il ragazzo sorride, è Valerio Savioli. Dietro a lui compare la figura sottile ed elegante di Violante Celotti, sua compagna di vita e di viaggio. Due caschi in mano e poco più in là la loro BMW R1150R, altra fondamentale compagna di viaggio.
Valerio Savioli, Rimini classe 1984, è un ragazzo dal sorriso calmo, con due occhi blu curiosi e limpidi e una parlantina frizzante. È il protagonista e l’autore del viaggio che è diventato libro “Verso Est. In moto da Riccione a Tokyo” pubblicato da Il Cerchio. Valerio e Violante, dopo aver toccato i confini del mondo ed essere tornati indietro, hanno deciso di fare un gesto nobile e coraggioso nei confronti della comunità riminese: donare l’intero ricavato del libro per l’acquisto della sonda HABIB endoHPB, attrezzatura per il trattamento palliativo del calangiocarcinoma extraepatico, segnalata dall’equipe di Gastroenterologia dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, in particolar modo dal primario dott. Mauro Giovanardi e dal dott. Marco Di Marco.
La risposta di Valerio e Violante alla domanda “dove andreste?” è dunque il titolo stesso del libro: «Verso Est. In moto da Riccione a Tokyo. L’importante è stato partire avendo cura di tenere l’anteriore della moto costantemente verso est e metro dopo metro raggiungere la fine del mondo», mi spiegano emozionati. 20.000 chilometri e un sogno da viaggiatori motociclisti da realizzare, cercando di ridare indietro qualcosa di positivo alla vita che ha permesso a questi due giovani e luminosi ragazzi di intraprendere un viaggio ai confini del mondo. Questo lo spirito di Valerio e Violante, che non solo hanno attraversato due continenti, ascoltato sette lingue, incontrato religioni, usanze e culture diverse, ma che hanno fatto un viaggio dentro loro stessi, da soli e insieme.
Partendo da Riccione e tenendo come riferimento la famosa linea ferroviaria Transiberiana, hanno attraversato l’Europa centrale e quella orientale, hanno vissuto Mosca durante i Mondiali di calcio, hanno attraversato la Russia, costeggiato il Kazakistan, la Mongolia, la Cina, sono arrivati al capolinea, Vladivostok, per raggiungere con un traghetto che costeggia le due Coree la meta protagonista di tutto il viaggio: Tokyo. Gli inconvenienti e le difficoltà ci sono state, ovviamente. Valerio mi racconta di tutte le volte in cui la moto si è rotta, del nulla che riempie le strade infinite, le enormi distanze, la fatica, la stanchezza, il caldo atroce.
Non faccio altro che assorbire quello che mi raccontano. Sorvolano sulle difficoltà e si soffermano con cura sulle cose belle, sulle persone incontrate per strada, sugli aiuti ricevuti e sui sorrisi pieni di mille cose. «Abbiamo incontrato delle persone che ci hanno aiutato senza chiedere niente in cambio, senza nemmeno pensarci un secondo. In mezzo a queste strade infinite e vuote, quando le poche auto che ci vedevano passare notavano gli adesivi italiani, era una festa. “Sanremo, Sanremo! Vooolaaare, ooohh…” quante volte hanno cantato in onore dell’Italia. Ci hanno accompagnato, scortato, ospitato. Quando viaggi e sei aperto e pronto ad accogliere, non sei mai solo».
Mi vengono i brividi.
Raccontatemi un aneddoto che difficilmente dimenticherete chiedo curiosa.
«Ce ne sono tantissimi ma uno in partiolare è una coincidenza che ci diverte sempre molto. Eravamo appena arrivati al porto di Sakaiminato, in Giappone, e incontrammo Joey, un ragazzo che in sella alla sua moto stava viaggiando in direzione Europa, con meta finale il Portogallo. Faceva esattamente la nostra tratta al contratrio. Un giorno, dopo il nostro ritorno qui a Riccione, mi arriva un suo messaggio che dice: “Ciao sono a Torino. Tomorrow i will be in Riccione”. Il giorno dopo, questo ragazzo giapponese che sembrava essere uscito da un manga, era davvero a Riccione! Rivederci qui è stato stranissimo ed emozionante. Prima che ripartisse lo abbiamo portato a mangiare una vera pizza. Quando poi l’ho risentito mi ha raccontato di essere caduto nel nord Italia, di aver rotto la moto e di essere stato aiutato in strada proprio da un ragazzo che avendo seguito il nostro viaggio, ci conosceva. Che coincidenze incredibili!»
Perché proprio la sonda HABIB endoHPB?
«Quando vuoi fare del bene sai che potresti sposare migliaia di cause. Nello specifico, dopo un confronto col dott. Di Marco, abbiamo saputo di questa attrezzatura che garantisce una qualità di vita migliore ai pazienti. L’attrezzatura è davvero costosa e a ogni paziente è assegnata la propria. La sonda fa davvero la differenza e l’Ospedale “Infermi” di Rimini sta lavorando per dimostrarlo».
Con il ricavato delle vendite di “Verso Est. In moto da Riccione a Tokyo”, Valerio e Violante hanno raggiunto e superato la somma utile per l’acquisto della prima sonda.
La prima edizione del libro è finita in un attimo e la seconda sarà presto disponibile, pronta a sostenere un altro importante progetto di solidarietà. Quale? Lo scopriremo acquistandolo.
Valerio e Violante stanno partendo, «quando possiamo saliamo in sella e partiamo» mi spiegano; così li saluto, li ringrazio per la bellissima chiacchierata e li lascio andare.
Salgo in macchina e torno verso casa.
Solo dopo qualche ora mi ricordo di avere il gratta e vinci nella tasca dello zaino. Gratto con una moneta da cinque centesimi i disegni sul cartoncino e trovo due numeri uguali. I due euro che ho vinto quella mattina non sono mai passata a prenderli e di gratta e vinci non ne ho presi più, so di essere fortunata e me ne rendo conto guardando chi e cosa ho attorno e pensando alle incredibili storie che incontro, questa di Valerio e Violante è una di quelle.