Villa Franceschi, Riccione. La rassegna “Senza Paura” di Identità Europea per discutere il post-pandemia [intervista a Valerio Savioli]

 Villa Franceschi, Riccione. La rassegna “Senza Paura” di Identità Europea per discutere il post-pandemia [intervista a Valerio Savioli]

[foto copertina scattata prima del Dpcm sul Covid-19]

Villa Franceschi, Riccione, 12, 19, 26 Luglio.

Il “palinsesto” delle serate estive riccionesi si arricchisce con la rassegna culturale “Senza Paura“, un tavolo di confronto sul post-covid19 con Adolfo Morganti, Francesco Borgonovo, Fausto Biloslavo, Paolo Sensini, Nino Galloni e con Valerio Savioli moderatore.

[da sx a dx Adolfo Morganti e Valerio Savioli]
Abbiamo incontrato proprio Valerio Savioli, responsabile di Identità Europea, che ci ha concesso una piacevole chiacchierata:

Ciao Valerio, cos’è “Senza Paura?

<<Senza Paura è una rassegna di incontri pensata per stimolare un confronto sul post-Coronovirus, sugli impatti psicologici, geopolitici ed economici che il paese ha subìto>>.

Perchè nasce e a chi si rivolge il progetto?

<<Da tempo si pensava a una rassegna estiva da proporre e organizzare a Riccione, magari sulla falsa riga della Versiliana o iniziative simili. L’associazione culturale “Identità Europea” fondata dal medievista di fama mondiale Franco Cardini e ora presieduta dall’editore e psicoterapeuta Adolfo Morganti, di cui sono il rappresentante regionale, si occupa da più di due decenni di organizzare convegni, conferenze e mostre a livello nazionale e internazionale con il tentativo di contribuire e costruire continue occasioni culturali.

Il progetto SENZA PAURA, che riteniamo di forte attualità, è rivolto a tutti coloro cercano il confronto delle idee tramite la forza delle curiosità coraggiosa, toccando una tematica di assoluta delicatezza ma al tempo stesso di inevitabile e improrogabile approfondimento>>.

“senza paura” pone domande o prova a dare risposte?

<<Spero possa porre tante domande. Farsi delle domande rimane la condizione esistenziale fondamentale per dare un senso alla propria vita. Le risposte poi spesso albergano già nelle domande stesse, e aspettano solo che qualcuno le vada a svegliare>>.

Fuori dai denti, domanda personale: è possibile trovare, a livello sociale, psicologico e politico, degli aspetti positivi, cercandoli tra le conseguenze del covid-19?

<<Di primo acchito ti direi che la cosa positiva è che siamo ancora qua a discuterne.

Credo che sia ancora molto presto per trarre delle conclusioni in generale ma l’auspicio di tanti è che questa epidemia, che ci si auspica sia conclusa, possa essere lo spunto per ripensare la società nelle sue fondamenta, di avere il coraggio di mettere in dubbio anche ciò che finora avevamo dato per scontato, di scuotere alle radici le certezze che molto spesso albergano solo ed esclusivamente nelle nostre convinzioni residuali>>.

Chi sono gli “Attori” del progetto, con quale titolo e per quale scopo sono stati chiamati in causa oppure perchè hanno deciso deliberatamente di esserci?

<<Partiamo con Adolfo Morganti, psicoterapeuta ed editore e Francesco Borgonovo, vicedirettore del quotidiano “La Verità”, proseguiremo poi con due illustri firme esperte di relazioni internazionali come Fausto Biloslavo, noto al grande pubblico per i servizi di guerra da ogni angolo del glogo e Paolo Sensini fine esperto di geopolitica, per concludere poi con Nino Galloni, economista di fama internazionale, già, tra gli altri innumerevoli incarichi, direttore generale per più di un decennio del Ministero del Lavoro (dal 1990 al 2002 per l’esattezza).

Tutti queste illustri figure sono state scelte sulla base di una certa trasversalità di competenze e professionalità, con l’obiettivo di fornire a chi parteciperà agli incontri domenicali riccionesi una panoramica più completa possibile delle conseguenze di questa epidemia>>.

Riccione come Città, secondo i piani del progetto,  quanto può essere ricettiva e sensibile alle dinamiche affrontate dell’evento e che risposta avete avuto, se ne avete avute, dall’amministrazione corrente in termini di “vicinanza” quanto meno ideologica, all’iniziativa?

<<Riccione è una piazza assai variegata nelle sue componenti sia di coloro che la abitano e che la animano con la loro dinamicità ed intraprendenza, che di coloro che la visitano per i motivi più diversi: una città di circa 35.000 abitanti che d’estate cresce a dismisura, capace di ospitare i più disparati turismi: si va dallo sportivo, a quello vacanziero, a quello congressuale, fino al mordi e fuggi giornaliero, senza dimenticare la fortissima componente di “seconde case” storicamente in costante crescita negli anni.

Negli ultimi anni, come associazione culturale “Identità Europea”, abbiamo organizzato incontri e conferenze che hanno sempre avuto una risposta assolutamente soddisfacente nella sua partecipazione sia eterogenea che appassionata, creando così un’aspettativa di sostanza che ci vede sempre impegnati a non risparmiarci nell’impegno profuso.

Riguardo i rapporti con l’amministrazione, abbiamo sempre avuto la possibilità di discutere e costruire percorsi culturali tesi sempre dare un’offerta di qualità alla città e ai suoi affezionati visitatori.

L’auspicio è quello di continuare su questa strada.

E’ mia convinzione che un’amministrazione debba dedicarsi alla cultura come uno strumento atto in potenza e responsabilità.  Tante volte si sente ripetere la frase “con la cultura non si mangia” erroneamente e strumentalmente addebitata all’ex ministro Giulio Tremonti, concetto di per sé non solo deleterio ma anche falso e moralmente inaccettabile solo per il fatto di aver mercificato la cultura stessa. 
E qui mi allaccio nuovamente al concetto di ripensare i fondamentali della società contemporanea, con tutto il suo carico rivoluzionario in termini valoriali, antropologici e teleologici. 
Fare cultura richiede prima di tutto passione per il senso della propria esistenza e poi, subito dopo una risposta a una chiamata interiore che se la si ignora, si diviene immediatamente complici>>.

Peroz

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